Una sfida al fondamentalismo cche viene da una tv saudita, paese che forse qualche riflessione autocritica dovrebbe farla a proposito della violenza islamista.
Nel giorno in cui si è aperto il Ramadan, il mese sacro per i musulmani, il Middle East Broadcasting Center, un canale televisivo saudita ha lanciato una serie che ha come protagoniste le donne che combattono nei ranghi del gruppo Stato islamico.
Il titolo della soap opera è “al Gharabeeb al Soud” in italiano ‘Corvi neri’ .
Una fiction realizzata, come detto, dall’Mbc, la prima emittente privata del regno saudita.
Il regno, a quanto pare, ripone molte aspettative nella nuova pellicola, dopo un episodio pilota trasmesso nel 2015, che se da un lato riscosse un enorme successo di pubblico, dall’altro fece ottenere agli interpreti delle minacce di morte da parte dei miliziano e dei simpatizzanti del Califfato.
La nuova serie si concentra sulla storia delle donne che decidono di combattere nel Daesh, e sulle crudeltà di cui sono capaci. In particolare racconta la vita sotto il giogo dello Stato Islamico e il reclutamento di donne e bambini, l’estrema frontiera della radicalizzazione jihadista.
Costata ai produttori ben 10 milioni di dollari, narra fatti realmente accaduti. Per questo tra le ricerche e le riprese – realizzate in Libano, con la partecipazione di attori arabi di diverse nazionalità – ci sono voluti 18 mesi di lavoro. Secondo l’Mbc, lo scopo di questa serie è mostrare ai telespettatori “il volto orrendo” del terrorismo, nonché denunciare le modalità con cui gli adepti vengono attirati e convinti ad arruolarsi, col pretesto di seguire i precetti islamici.