Fango sui calzoni e cuore puro: la lettera di un'artista eretica

La parola delicata e poetica di Ilaria Drago, ha spezzato le urla. Contro Expo 2015 e contro l'arte come abbellimento. Contro i cortigiani che ululano rancore. [Antonio Cipriani]

Fango sui calzoni e cuore puro: la lettera di un'artista eretica
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26 Gennaio 2015 - 09.35


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di Antonio Cipriani

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Dedicato ai tanti sciocconi (cortigiani e fighetti) che pensano che la [url”lettera aperta”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=68073&typeb=0&Follie-di-Expo-2015-un-artista-italiana-scrive-al-Cirque-du-Soleil[/url] di Ilaria Drago sia il tentativo di un’attricetta senza speranze che dovrebbe lavorare su se stessa invece di rompere le scatole al potere costituito, salottiero e ricco.

Lei è artista unica. Capacità vocali e poetiche come non se ne vedono. Non la vedete mai nelle fiction? No. Lei è eremita ed eretica. Non corre dietro al cartellone dell’assessore con i suoi lavori, e non frequenta salottini che contano. Non veste alla moda. Cammina nella sua strada dura a piedi nudi, se la incontri in giro è possibile che abbia sui calzoni e sulle scarpe il fango della sua campagna isolata.

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Voi direte che non è un valore poetico, il fango. E neanche l’isolamento o l’essere aliena dal sistema che esiste con le sue regolette e conformismi. Direte che l’arte, se c’è, è nei suoi lavori, quando scrive o sta in scena. E io dico di sì. Ma anche no. C’è poesia nell’esistenza di un’artista come Ilaria, c’è poesia nel suo fango irrituale, nel disinteresse per le regole o per la piaggeria, nell’ostinazione fuori da ogni schema.

Negli anni ho imparato che non tutto quello che appare è, e non tutto quello che è appare. E penso che l’arte si possa trovare laddove meno le luci dello star system illuminano accecando, impedendo di cogliere le sfumature.

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Preferisco lei che abita la poesia. Che è delicata nella sua visione del mondo senza pelle, nel suo meraviglioso unico emergere dalla nebbia del conformismo senza neanche saperlo, senza neanche pensarlo. Agendo nella semplicità.

La sua lettera aperta che tanto ha fatto discutere è meravigliosa per questo. Ha una semplicità e delicatezza nel coraggio che oggi non siamo abituati a sostenere. Nelle urla una vocina si fa sentire. E chiede rispetto per tutti. Non per il suo lavoro eretico, per chi vive di arte. Non per chi fa affari sulla pelle di artisti, poeti, narratori, giovani.

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Concludo con una domanda: secondo voi gli artisti devono far parte del giro che conta? Devono sapersi comportare in società e essere fighettini ben contestualizzati in un generale progetto devastante culturalmente di abbellimento strategico? Per me no.

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