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Atit: sodisfatti per l'estensione dell'Art Bonus ai Teatri di tradizione

L'Associazione Teatri Italiani di Tradizione accoglie con soddisfazione la notizia dell'approvazione dell'emendamento alla legge di stabilità.

Atit: sodisfatti per l'estensione dell'Art Bonus ai Teatri di tradizione
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16 Dicembre 2014 - 17.17


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E’ con grande soddisfazione che l’Atit, Associazione Teatri Italiani di Tradizione, accoglie la notizia dell’approvazione dell’emendamento alla legge di stabilità che estende l’Art Bonus al sostegno dei Teatri di tradizione e alle fondazioni lirico sinfoniche.

“E’ un riconoscimento importante che testimonia il ruolo svolto nel panorama culturale italiano dai teatri di tradizione” afferma il presidente dell’ATIT, Giuseppe Gherpelli.

“I Teatri di tradizione – spiega Gherpelli – che si trovano in ventinove città di piccola e media dimensione, distribuite in 14 regioni, realizzano ogni anno più di 2.400 spettacoli, con oltre un milione di spettatori paganti. Pur essendo la musica, e in particolare l’Opera, il centro della loro attività, i Teatri di tradizione nel tempo si sono aperti ad un’offerta sempre più ampia: dalla musica sinfonica e da camera alla danza, dalla prosa al musical”.

“Chi sosterrà la realizzazione di nuove strutture o il restauro di quelle esistenti, ma anche le produzioni dei teatri di tradizione – continua -, grazie all’emendamento che vede come primo firmatario il senatore Andrea Marcucci e approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, potrà fruire degli sgravi introdotti dall’Art Bonus”.

L’estensione del regime fiscale agevolato alle erogazioni liberali a favore dei teatri di tradizione era una delle proposte urgenti presentate nell’incontro svoltosi a fine settembre con il ministro Franceschini al quale avevano partecipato il presidente dell’Atit e i sindaci delle città sedi di queste realtà. “Siamo particolarmente contenti che questa proposta – ha aggiunto Gherpelli – sia stata recepita e auspichiamo che si possa presto dare seguito anche alle altre, come la richiesta di una riforma organica del settore musicale, con l’obiettivo di garantire e valorizzare l’attività dei teatri di tradizione minacciata dalla carenza di risorse e dalla mancanza di una normativa adeguata”.

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