Dicembre è tempo di bilanci. Si fa il punto sui fardelli da abbandonare con l’anno che finisce, si stilano elenchi di buoni propositi per quello che inizia. C’è anche chi ha bizzarramente ragionato su una specifica categoria di speranze disattese, in questo 2025 appena trascorso. Le esperienze negative si sa, sono importanti, e possono essere monito per il futuro degli altri: è così che forse nasce l’elenco Le 10 attrazioni più pacchiane d’Europa dove nessun turista con un minimo di buon gusto si farebbe vedere morto, redatto da Ron Crossan sul The Telegraph.
La vecchia Europa è zeppa di mirabili bellezze: anfiteatri romani, cattedrali gotiche, dipinti rinascimentali, grandiosi palazzi barocchi. Ma tra voli lowcost, che permettono weekend mordi e fuggi, in città sature di turisti, si può però incappare in qualche esperienza o località promosse come iconiche e che finiscono per rivelarsi più che deludenti. Tra i motivi: costi eccessivi non commisurati alla banalità dell’esperienza, la folla dell’overturism, luoghi che sono solo sfondi per l’ennesimo post su instagram. È la costruzione di novelle cartoline di un’altra sfaccettatura dello sfruttamento capitalista.
E nella lista delle dieci peggiori attrazioni turistiche l’Italia fa capolino più di una volta, finendo persino per guadagnare il primato della delusione. Di seguito l’elenco, a ritroso, dalla decima posizione.
10. Si parte con un luogo erroneamente creduto il punto più a nord della Gran Bretagna: la località scozzese di John O’Greats, che Ron Crossan definisce come “una bugia”.
9. La Sirenetta di Copenaghen, scultura bronzea simbolo della capitale danese, è al nono posto e si guadagna la definizione di “epitome della delusione turistica”.
8. La prima italian experience ad entrare in classifica, in ottava posizione, è il giro in gondola a Venezia: “sopravvalutata” e criticata per il prezzo considerato spropositato in relazione al tempo, 90 euro per trenta minuti in una città “soffocata dai turisti”.
7. A seguire c’è qualcosa che è allo stesso tempo non italiana (n.b. e non lo è mai stata), ma che ha un papà italiano: al settimo posto appare la star del Louvre, La Monna Lisa di Leonardo da Vinci, La Gioconda. Dice Ron Crossan che l’esperienza “somiglia più a un’esercitazione di sicurezza”, tanto i visitatori si accalcano per vedere “un piccolo rettangolo vetrato”.
6. In sesta posizione c’è la “mascotte kitsch meravigliosamente divertente” di Bruxelles, il Manneken Pis, il bambino bronzeo che urina della capitale belga.
5. A metà classifica trova posto la Reeperbahn di Amburgo, la via del quartiere St.Pauli, dove però “i club un tempo leggendari si alternano a birrerie anonime e locali di striptease dall’aspetto rancido”.
4. Quarta in elenco si trova la Pietra di Blarney, che secondo la leggenda, se baciata, donerebbe l’eloquenza: il blocco calcareo incastonato nel parapetto dell’omonimo castello irlandese resta “un pezzo di pietra assolutamente antigienico”.
3. Cominciano le posizioni più calde in classifica. La terza località sconsigliata è l’islandese Blue Lagoon, l’area geotermale che è però “un’esperienza in sauna attentamente organizzata, con atmosfera di una lounge aeroportuale immersa in acqua sporca” con una “folla di turisti”.
2. La londinese Leicester Square, cuore pulsante di Soho, con le première dei suoi cinema è per Ron Crossan “da evitare”, e per questo si guadagna la seconda posizione.
1. Guadagna prepotente il primo posto la località italiana del Balcone di Giulietta a Verona: assurto a luogo romantico per eccellenza, però “non ha nulla a che fare con William Shakespeare” che “non si è mai avvicinato a Verona durante la sua vita”. Il balcone, che è una superfetazione novecentesca ad una casatorre risalente a metà Trecento, si guadagna il primato in questa bislacca classifica. Per una permanenza di due minuti è necessario pagare un biglietto di 12 euro che è bene prenotare online.
Arrivati infondo alla lista non c’è da dare torto all’autore Ron Crasson, che mette in guardia i suoi lettori dal perdere tempo, denaro e pazienza. Un elenco che come ogni trovata ironica ha più di un fondo di verità, e che possiamo prendere come sprone per approcciare nel nuovo anno il viaggio con più consapevolezza e meno passività, ma anche velatamente con più qualità e meno quantità. Un buon proposito da portare nel 2026.
