Seggi aperti in Myanmar per le prime elezioni legislative dal colpo di Stato del febbraio 2021, che ha portato al potere la giunta militare e scatenato una guerra civile. Le prime votazioni sono iniziate nelle principali città, controllate dal regime, e sono state presentate dai militari come un ritorno alla democrazia, ma duramente criticate a livello internazionale come largamente irregolari.
La principale formazione politica, la Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi, è stata esclusa dal voto e la leader è detenuta con una pena complessiva di 27 anni. A causa del conflitto armato, molte zone del Paese rimangono escluse dalle operazioni elettorali.
Il generale Min Aung Hlaing ha votato di buon mattino a Naypyidaw, dichiarando che l’elezione è libera ed equa, mentre il Partito dell’Unione, della Solidarietà e dello Sviluppo, vicino ai militari, è dato per favorito. La prima fase del voto durerà un mese, seguita da una seconda e una terza fase previste rispettivamente tra due settimane e il 25 gennaio.
L’Onu ha sottolineato l’importanza di un processo «libero, equo, inclusivo e credibile che rifletta la volontà del popolo» e numerosi Paesi occidentali e organizzazioni per i diritti umani hanno condannato il voto, denunciando la repressione di qualsiasi opposizione.