Per la conclusione degli 800 anni Francescani, l’Umbria ospiterà una grande mostra che condensa rivoluzione giottesca e francescana: Giotto e San Francesco. Una rivoluzione nell’Umbria del Trecento. Oltre 60 opere provenienti anche da importanti musei esteri, saranno esposti presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, dal 14 marzo venturo al 16 giugno 2026.
In un breve giro d’anni, a fine Duecento, durante la decorazione ad affresco della Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi, si assiste ad un dirompente cambio di linguaggio pittorico: dalla cosiddetta “maniera greca” caratterizzata da un linguaggio stilizzato e forbito, debitore della tradizione bizantina, si passa alla rivoluzione giottesca. Si comincia a realizzare una pittura fatta di realtà concreta, descrizione degli spazi resi tramite uso della prospettiva, seppur empirica, a cui si accompagna l’innovativa rappresentazione degli afflati emotivi. Giotto ne è l’artefice, ma la sua riforma non restano muta.
A fargli da eco saranno non solo i grandi maestri attivi con lui ad Assisi (Simone Martini, Pietro Lorenzetti, Maestro di Figline), ma anche altri artisti cresciuti all’ombra di quel grande cantiere. Molti i pittori umbri che cogliendo le novità giottesche, le diffonderanno nei maggiori centri culturali della regione, al di là di Assisi, a Perugia, Gubbio, Foligno, Spoleto od Orvieto. Spesso la circolazione di questo nuovo lessico si deve alle molte commissioni di natura francescana, o legato alla diffusione del culto del Santo di Assisi. La mostra punta anche a rendere noti al grande pubblico i maestri umbri solitamente conosciuti limitatamente dagli addetti ai lavori. Oltre i pressoché anonimi Maestro della croce di Gubbio, Palmerino di Guido (conosciuto anche come Espressionista di Santa Chiara) e diversi altri, insieme ai cronologicamente più avanzati Puccio Capanna, Maestro della Croce di Trevi, Maestro di Fossa e Maestro della Croce d’Argento.
Sarà anche un’importante opportunità per il ritorno, seppur temporaneo, in loco, di opere che qui hanno avuto origine. È ad esempio il caso della ricostruzione del polittico del Maestro di Figline, di sicura provenienza umbra, e le cui parti sono solitamente disseminate in diversi musei esteri, dal Courtauld Institute Galleries di Londra, alla Musée du Petit Palais di Avignone e altri. Oltre le ricostruzioni di complessi smembrati, in occasione della mostra sono stati svolti restauri e diagnosi su diversi dipinti, e saranno esposte al pubblico anche opere per la prima volta. L’uso della tecnologia darà modo ai visitatori di ammirare anche un video immersivo sugli originari percorsi visivi ed iconografici della Basilica di San Francesco, pensati dalla committenza francescana per quanti, pellegrini e devoti si recavano in preghiera alla tomba del Santo.
La curatela della mostra si deve a Veruska Picchiarelli ed Emanuele Zappasodi, affiancati da un nutrito comitato scientifico, costituito da Alessandro Bagnoli, Andrea De Marchi Gabriele Fattorini, Caroline Campbell, Laura Cavazzini, Carl Brandon Strehlke, Francesca Pasut, Mirko Santanicchia, Cecilia Frosinini, Donald Cooper. L’ideale conclusione dell’esposizione sono gli affreschi che ognuno degli artisti da questa ospitati hanno compiuto nella Basilica di San Francesco ad Assisi.
Grazie alla mostra ne trarrà comunque beneficio la valorizzazione diffusa dell’intero patrimonio storico artistico umbro, come sottolineato dalla stessa presidente della Regione, Stefania Proietti durante l’evento di presentazione: “Per questa operazione ho chiesto di illuminare tutta l’Umbria, che è terra francescana nella sua totalità, e così l’iniziativa espositiva avrà respiro regionale. […] Così nel 2026 l’Umbria, con capolavori che hanno passato ogni tempo e che vedono Giotto rispecchiarsi su Francesco e viceversa, celebrerà pure in questa maniera suggestiva l’ottavo centenario della morte del santo di Assisi”.
Fa eco a queste parole il direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, Costantino d’Orazio “In occasione del Giubileo francescano che si presenta ogni 100 anni abbiamo costruito una rete solida creando un progetto culturale e spirituale di livello internazionale”. Giotto e San Francesco. Una rivoluzione nell’Umbria del Trecento, arriva infatti a conclusione del percorso culturale e spirituale del Centenario Francescano, che ogni cento anni ricorda gli eventi chiave legati al Santo di Assisi, dall’approvazione della Regola Francescana, avvenuta il 29 novembre 1223, alla Pasqua di San Francesco, in ricordo della morte del Santo, il 3 ottobre 1226.