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Franco Pinna a colori

Al Man di Nuoro si tiene la prima esposizione del fotografo sardo

Franco Pinna a colori
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15 Dicembre 2025 - 17.52 Culture


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Franco Pinna, il fotografo che nei primi anni Cinquanta ha raccontato la Sardegna e la sua gente, ritorna protagonista di una mostra questa volta cromatica, dal titolo: “Franco Pinna Sardegna a colori”. Il MAN Di Nuoro, con questa mostra, prosegue la riflessione di Pinna sul linguaggio fotografico e il suo rapporto con la Sardegna, territorio di ispirazione per moltissimi artisti.

La mostra celebra il centenario della nascita del fotografo della Maddalena. Pinna è stato una figura centrale della fotografia italiana e questo corpus di opere, attraverso il colore, racconta uno sguardo diverso dell’artista. In dialogo con le più recenti ricerche del museo dedicate agli autori e alle rappresentazioni del paesaggio sardo, l’esposizione amplia e rinnova l’immagine di un fotografo conosciuto prevalentemente per il suo bianco e nero.

I lavori dell’esposizione ideata dall’archivio intitolato all’artista e curato da Paolo Pisanelli, sono databili 1953-1967. Un’ottantina di opere tra stampe fotografiche a colori e materiali d’archivio, che offrono un maggior approfondimento della sua produzione artistica. Le immagini in mostra, esito di un accurato lavoro di recupero e restauro digitale, sono affiancate da fotografie dello stesso soggetto in bianco e nero, oltre che diapositive e strumenti di lavoro provenienti dall’Archivio Franco Pinna.

E’ stata fatta una selezione di riviste d’epoca, tra cui Vie Nuove, Noi Donne, L’Espresso, e Panorama, che chiarisce le ragioni dell’uso del colore, pensato per le riviste del tempo e alle loro pagine patinate, che richiedevano un senso di attualità e non la lettura storica tipica del bianco e nero. Negli anni Cinquanta Pinna non è solo un fotografo, ma un precursore della fotografia antropologica, attraverso ritratti di luoghi d’Italia e periferie dove la vita inquadrata era sopra i limiti del “neorealismo”. Per molte riviste importanti sarà fotogiornalista e fotografo di scena per il cinema, per cui realizzerà molti reportage su divi e protagonisti di Cinecittà.

La mostra si apre con Orgosolo 1953, prima campagna fotografica a colori realizzata da Pinna in Sardegna, per poi ripercorrere le tappe più rilevanti della sua produzione sull’isola: da Canne al vento (1958) e Argia a Tonara (1960), alle immagini realizzate per il celebre volume Sardegna. Una civiltà di pietra (1961), fino ai reportage sul banditismo e sulle proteste dei pastori del 1967. Le sequenze restituiscono l’evoluzione di un linguaggio che nel colore trova una dimensione autonoma e lirica, capace di raccontare la materia viva di una realtà insieme arcaica e profondamente contemporanea.

Ciò che emerge con forza è la tensione costante tra documento e rito, filo conduttore dell’intera opera di Pinna: un modo di osservare il reale che, come scriveva Federico Fellini nel 1976, si manifesta in una “lentezza da ierofante”, a metà strada tra lo sguardo analitico dello scienziato e quello simbolico del sacerdote. È in questo spazio intermedio che la mostra del Man propone di rileggere il suo lavoro, inteso come un’esperienza che attraversa e racconta tutti gli aspetti del reale.

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