Tutelare, valorizzare e rendere accessibile l’eredità artistica di uno dei più grandi compositori del Novecento. Con questo obiettivo nasce la Fondazione Ennio Morricone, presentata ufficialmente l’11 dicembre a Roma, in coincidenza con una doppia “prima” simbolica: il debutto dell’opera Partenope al Teatro San Carlo di Napoli e la serata inaugurale della Fondazione all’Auditorium Parco della Musica, che porta il nome del Maestro.
La Fondazione avrà sede in via Lovanio, ma l’obiettivo è aprire alle visite anche l’appartamento romano di Morricone in via Ara Coeli. Tutto il materiale inedito, dalle idee mai sviluppate alle musiche per film mai realizzati, è stato donato alla Fondazione dalla vedova. “Questa idea della Fondazione c’era già quando era in vita, racconta Maria Travia Morricone, e lui che all’inizio si ritraeva (‘ma a chi volete che interessi?’) poi si convinse, lo statuto fu scritto dall’avvocato Assumma ma poi al momento di decidere chi se ne occupava, coi nostri figli tutti impegnati in altre cose o in giro per il mondo, non se ne fece nulla”. Nelle parole della compagna di una vita, emerge la figura di un uomo schivo che “credeva nella disciplina e nello studio: io non voglio che la sua musica finisca in un cassetto, ma vorrei che anzi fosse scoperto”.
Come presidente Walter Veltroni, mentre la moglie del compositore, Maria Travia Morricone, ricopre il ruolo di presidente onorario. Nel consiglio di amministrazione siedono amici, collaboratori e figure di spicco del mondo della cultura e dello spettacolo: Giuseppe Tornatore, Caterina Caselli, Gianni Letta, Nicola Piovani, Gian Luca Farinelli e Giovanni Malagò.
L’autorevolezza e la pluralità delle competenze dei membri del direttivo riflettono le diverse dimensioni del lavoro di Morricone, ha ribadito Veltroni. Quello di Morricone è un lascito che va ben oltre le celebri colonne sonore e comprende una vastissima produzione più intima e complessa, oltre a un patrimonio scritto fatto di appunti, partiture e materiali inediti su cui la Fondazione si concentrerà per renderli fruibili a studiosi e al pubblico. Se la diffusione della musica per il cinema appare ormai naturale, grazie anche alle piattaforme di streaming, l’intento è far conoscere maggiormente proprio quella parte dell’opera morriconiana meno nota. “Il nostro intento è quello di portare alla conoscenza del pubblico quella musica assoluta che lui componeva”, aggiunge Veltroni.
Un concetto condiviso da Giuseppe Tornatore, regista del documentario Ennio, che sarà proiettato durante la serata inaugurale. “Quello che ci preme è cercare di cancellare la dicotomia tra colonne sonore e musica assoluta nella sua opera: anche se lui è diventato celebre per le prime so che lui, pur all’interno dei limiti di un film, ha sempre fatto la sua musica. Il cinema, prosegue il regista, era una sorta di cavallo di Troia al cui interno c’era lui, il compositore”.
Aneddoti e ricordi restituiscono la complessità del personaggio: dal rapporto con Pier Paolo Pasolini, che all’esordio gli consegnò una lista di musiche di altri compositori, alla costante ricerca di “dignità” per la musica applicata al cinema. “Era una persona straordinaria anche dal punto di vista umano”, ricorda Gianni Letta, che racconta anche il rifiuto di Morricone alla presidenza della Siae, per modestia e senso del limite.
Intanto la Fondazione guarda già al futuro: tra i primi appuntamenti in programma ci sono il lancio del sito ufficiale, definito da Veltroni “una piccola enciclopedia”, una mostra-convegno dedicata alle colonne sonore e al rapporto tra musica e intelligenza artificiale, e una serie di concerti che il 6 luglio, quinto anniversario della scomparsa del Maestro, si terranno in contemporanea a Roma, Bari, Palermo e Torino. Un modo per ribadire che l’eredità di Ennio Morricone non appartiene solo al passato, ma continua a parlare al presente e al futuro.