Global Sumud Flotilla, oggi tra buon vento, polemiche smorzate e dossier sui droni incendiari

Sostegno da quindici governi, accuse di complicità a basi Nato e tensioni interne al movimento: la Global Sumud Flotilla prosegue la missione pacifica verso Gaza, mentre in Europa cresce la pressione per misure contro Israele.

Global Sumud Flotilla, oggi tra buon vento, polemiche smorzate e dossier sui droni incendiari
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17 Settembre 2025 - 21.40 Culture


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di Caterina Abate

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Mentre le imbarcazioni salpate ieri dalle coste della Tunisia veleggiano in mare aperto e quelle ancora in rada a Porto Palo di Capopassero attendono a breve di salpare, arriva una nota sottoscritta da quindici paesi, a sostegno della Global Sumud Flotilla. “Rivolgiamo un appello a Israele affinché si astenga da ogni atto illegale e violento contro la Flotilla”, si legge nel documento, che prosegue “Ogni attacco o violenza del diritto internazionale avrà conseguenze”. Tra i firmatati solo tre paesi europei, Spagna, Slovenia e Irlanda, insieme a Turchia, Bangladesh, Brasile, Colombia, Indonesia, Libia, Malesia, Maldive, Messico, Oman, Pakistan Qatar e Sudafrica. Manca l’Italia, che rimane assente dal documento, suscitando interrogativi sulla sua posizione rispetto alla crisi. A confermare amaramente tale vaghezza di spirito è la relazione della Global Sumud Flotilla riguardante i due attacchi droni alla Family Boat e all’Alma avvenuti l’8 e 9 settembre scorsi, quando le navi si trovavano in rada nelle acque tunisine.

Dal dossier si evince non solo la natura dei due ordigni, che pare siano i medesimi usati in attacchi avvenuti pochi giorni prima contro ambulanze a Gaza, ma che non sarebbero potuti avvenire senza il logistico appoggio delle basi militari di Malta e Sigonella. In particolare, tramite la ricostruzione di tracciati radar, nei giorni precedenti agli attacchi droni alla Sumud, a Sigonella erano presenti due Lockheed Hercules C-130 e due Gulfstream 5 israeliani, precedentemente partiti da Tel Aviv e poi ritornativi. Scrive Giulio Cavalli su Domani, traendo le notizie dal dossier, che gli Hercules sono velivoli abilitati al trasporto e lancio in volo di droni d’attacco. Il concorso di Sigonella come base Nato, per di più nel nostro territorio potrebbe essere il punto più controverso ed inquietante della questione: se così fosse, gli attacchi sarebbero partiti dal territorio afferente l’Unione Europea, contro civili disarmati e pacifici, violando diverse sovranità territoriali (tunisina, portoghese, britannica). Il dossier si conclude sottolineando “Questo livello di impunità è possibile solo perché da troppo tempo si è data carta bianca a Israele”. 

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L’altra notizia di oggi riguardo la Global Sumud Flotilla è l’abbandono di Greta Thunberg del comitato direttivo e di conseguenza della Family Boat per salire sull’Alma. Le motivazioni dietro tale decisione potrebbero riguardare la mancata condivisione della strategia comunicativa in certi frangenti, meno centrata al racconto di quanto accade a Gaza, di quanto richiederebbe la gravità della vicenda. “C’è un comitato direttivo che prende delle decisioni tecniche e strategiche, Greta non vuole farne parte e le ragioni le sa lei. Si trova comunque sull’Alma, che è una delle due barche principali, e continua a supportare la missione” queste le parole dell’attivista Tony Piccirella ad Adnkronos, riguardo la questione. Thunberg resta quindi parte della Global Sumud Flotilla, a differenza  di Yusuf Omar, che ha preferito abbandonare a Tunisi “per ragioni di strategia comunicativa” si legge sul suo profilo Instagram. A causare l’allontanamento probabilmente la scelta mediatica sensazionalistica avuta nel documentare l’attacco dei droni avvenuto l’8 e 9 settembre scorsi. Smorza ulteriormente i toni Annalisa Corrado, europarlamentare del Partito Democratico sentita da Sebastiano Diamante per Siracusa Press: “Le tensioni sono normali in questi momenti, ma la cosa più importante è che l’attenzione rimanga sulla missione umanitaria” ed ancora “Siamo una forza totalmente pacifica, pacifista e non violenta” e l’importante dice Corrado è che “Ci sia questa mobilitazione meravigliosa dal basso che non vuole lasciare sola la popolazione di Gaza, che sta animando nei territori, nelle persone, anche nelle istituzione e nella politica un dibattito di un livello mai visto […] c’è voglia di andare avanti e di finalmente iniziare la parte più importante della missione, quella di muoversi tutti insieme verso Gaza”

Nel frattempo il presidente del Consiglio dell’Unione Europea, Antonio Costa avanza su X la possibilità di sospendere l’Accordo di Associazione con Israele, come da proposta della Commissione Europea. La conferma di queste misure contro l’operato genocida del governo di Netanhyau, adesso spetta agli Stati membri. 

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