di Francesca Anichini
Nel settembre del 1985, quando Super Mario Bros arrivò sugli schermi del Nintendo Entertainment System, pochi potevano immaginare che un semplice platform a scorrimento orizzontale avrebbe riscritto la storia dell’intrattenimento elettronico. Otto mondi colorati, un obiettivo immediato e senza tempo — salvare la Principessa Peach dal malvagio Re Koopa — e un gameplay che univa semplicità e profondità decretarono un successo senza precedenti: oltre 40 milioni di copie vendute e la nascita di una leggenda.
Eppure, la storia di Mario era cominciata già qualche anno prima. Nel 1981 apparve come Jumpman in Donkey Kong, nei panni di un falegname alle prese con una scimmia ribelle. Due anni dopo, con Mario Bros., arrivò la vera svolta: l’identità di idraulico italoamericano di New York, la spalla inseparabile Luigi e un universo popolato da creature bizzarre che avrebbero fatto scuola.
Con Super Mario Bros., però, Nintendo non creò soltanto un videogioco: inaugurò una rivoluzione tecnica e culturale. La precisione dei comandi, la varietà dei livelli e il carisma dei personaggi definirono un nuovo standard, imitato e mai eguagliato per decenni.
Da lì in avanti, Mario non si è più fermato: dai kart alle avventure tridimensionali di Super Mario 64, fino all’esplorazione senza confini di Super Mario Odyssey, il personaggio ha saputo reinventarsi con ogni rivoluzione tecnologica. Oggi, a quarant’anni dal suo trampolino di lancio, resta fedele alla sua natura: un uomo comune che affronta sfide straordinarie. E forse è proprio questa normalità a renderlo immortale.
Marshall McLuhan sosteneva che “il medium è il messaggio”, Super Mario Bros rappresenta questo principio: non era solo la trama a definire l’esperienza, ma il linguaggio interattivo che trasformava il giocatore da spettatore a protagonista, co-autore della storia attraverso ogni salto e ogni ostacolo superato.
Continuamente reinterpretato dalle generazioni che lo incontrano, negli anni ’80 rappresentava la frontiera della novità tecnologica, negli anni ’90 incarnava la transizione al 3D, oggi continua a proporre esperienze capaci di fondere nostalgia e innovazione.
Così, da Super Mario 64 a Super Mario Odyssey, l’idraulico con i baffi ha saputo adattarsi a ogni rivoluzione tecnologica, senza mai tradire la propria natura: un uomo comune chiamato a compiere gesta straordinarie. A quarant’anni dal suo salto più importante, Mario resta un caso di studio esemplare per la comunicazione contemporanea: un medium che diventa messaggio, un mito che diventa linguaggio, un gioco che diventa cultura.