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La lingua di TikTok entra nel dizionario Cambridge

L'ingresso di termini come "skibidi", "tradwife" e "delulu" nel Cambridge Dictionary sancisce l'ascesa del linguaggio di TikTok che non rimane più solo una moda passeggera.

La lingua di TikTok entra nel dizionario Cambridge
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19 Agosto 2025 - 17.24 Culture


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Il Cambridge Dictionary apre le sue porte al mondo digitale, accogliendo una serie di neologismi che certificano l’indiscutibile influenza della generazione TikTok sulla lingua inglese. Un’evoluzione affascinante e inarrestabile, che segna il passaggio di termini nati sul web da semplici mode passeggere a parte integrante del nostro vocabolario.

Per anni, abbiamo osservato con scetticismo l’emergere di un linguaggio fatto di acronimi, abbreviazioni e parole stravaganti. Ma secondo gli esperti di Cambridge, questi termini non sono più un fenomeno da sottovalutare. Colin McIntosh, responsabile del programma lessicale, ha sottolineato l’importanza di catturare questo cambiamento: “La cultura di Internet sta trasformando la lingua inglese in modi affascinanti. Non aggiungiamo parole a caso; lo facciamo solo quando crediamo che abbiano il potenziale per durare”.

Tra le new entry più eclatanti, spiccano tre parole che raccontano storie diverse della nostra era digitale: “Skibidi”, “Tradwife” e “Delulu”. Se non siete su TikTok, il termine “Skibidi” potrebbe sembrarvi un nonsenso. Eppure, per i più giovani, ha già assunto un’importanza notevole. Reso celebre dalla serie animata virale “Skibidi Toilet” su YouTube, questo termine ha una natura quasi liquida: può indicare qualcosa di “figo” o “cattivo”, o semplicemente essere usato per enfasi, senza un significato preciso. È l’esempio perfetto di come un meme possa generare una parola che si diffonde a macchia d’olio, trasformando l’assurdità in parte del linguaggio comune.

A differenza di “Skibidi”, il termine “Tradwife” (abbreviazione di “traditional wife”) porta con sé un carico ideologico e un’ampia dose di controversia. Nato intorno al 2020, si riferisce a donne, spesso influencer sui social media, che abbracciano e promuovono uno stile di vita tradizionalmente incentrato sulla cura della casa, del marito e dei figli. La sua inclusione nel dizionario non è solo un atto di documentazione linguistica, ma anche un riconoscimento di un fenomeno sociale che ha trovato nel web il suo principale megafono.

Infine, “Delulu”, abbreviazione di “delusion” (delirante), è un termine che risuona profondamente con l’era della post-verità. Nato nel fandom del K-pop oltre dieci anni fa per prendere in giro i fan che credevano di poter frequentare i loro idoli, il termine ha acquisito un significato più ampio. Definito dal dizionario come la scelta consapevole di credere in cose non reali, “delulu is the solulu” (“il delirio è l’unica soluzione”) è diventato un mantra per miliardi di utenti su TikTok. La sua risonanza è tale che persino il Primo Ministro australiano, Anthony Albanese, lo ha usato per criticare i suoi oppositori in parlamento, dimostrando come il linguaggio di internet abbia ormai raggiunto le vette della politica.

L’aggiornamento del Cambridge Dictionary non si ferma qui. A testimoniare la centralità della Silicon Valley nella nostra vita, entra anche il termine “Broligarchy”, che unisce “bro” e “oligarchia” per descrivere la stretta cerchia di uomini, spesso magnati della tecnologia, che detengono un immenso potere e ricchezza. L’impatto della pandemia è evidente con l’inclusione di “mouse jiggler”, un dispositivo o software che simula l’attività del computer per far sembrare che si stia lavorando da remoto. Un piccolo ma significativo esempio di come la lingua si adatti a nuove abitudini lavorative. E per chi cerca un’àncora nel caos dell’ufficio, il dizionario riconosce anche il “work spouse”, un collega con cui si ha un rapporto di fiducia e sostegno.

L’ingresso di queste parole nel Cambridge Dictionary non è solo una curiosità lessicale, ma uno specchio dei nostri tempi. Un promemoria che la lingua è una forza viva, che si evolve costantemente per riflettere le dinamiche sociali, i progressi tecnologici e, in questo caso, l’incredibile creatività della cultura di internet.

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