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Riconoscimento della Palestina: a settembre si aggiunge anche Londra 

È il secondo paese del G7 dopo la Francia a farlo, sono una decina gli altri Paesi nel resto di Europa ma mancano l’Italia e gli USA

Riconoscimento della Palestina: a settembre si aggiunge anche Londra 
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31 Luglio 2025 - 17.27 Culture


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Il prossimo settembre saliranno a 149 su 193 i membri dell’ONU che riconoscono lo stato di Palestina: si aggiungerà il Regno Unito, secondo Paese del G7 dopo la Francia a compiere questo passo.

Era il 1998 quando l’allora leader dell’OLP (Organizzazione della Liberazione della Palestina) Yasser Arafat proclamò l’indipendenza della Palestina e subito lo Stato venne riconosciuto da Bulgaria, Cipro, Polonia, Romania, Ungheria e Repubblica Ceca e Slovacchia che allora erano unite sotto la Cecoslovacchia. 

Dopo la caduta dell’URSS la capitale ungherese Budapest e ceca Praga hanno indietreggiato limitandosi a ospitare un’ambasciata palestinese; le polemiche invece hanno iniziato a sollevarsi l’anno scorso, quando sono state Irlanda, Spagna, Slovenia e Norvegia (che non fa parte dell’Unione Europea) a riconoscere lo Stato della Palestina. 

Nel resto d’Europa, Malta si limita a riconoscere il diritto alla statalità del popolo Palestinese ma non lo Stato, mentre l’Italia ancora non è pronta a compiere questo passo, restringendosi a mantenere rapporti diplomatici con l’Autorità Nazionale Palestinese ritenendo che sono i negoziati tra i due popoli a dover far scendere a soluzioni formali fra i due Stati.

Nel resto del mondo, una posizione simile a quella di Roma la hanno Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda. Prima in assoluto all’alba della dichiarazione del 1998 fu l’Algeria, seguita da Turchia, India, diversi Paesi africani, Cina e Russia. Sono, inoltre, quasi tutta l’Asia, l’America Latina e l’Africa a riconoscere lo Stato Palestinese.

Presso la sede delle Nazioni Unite invece già nel 2012 venne issata la bandiera palestinese dopo le votazioni vinte a favore del riconoscimento della Palestina come “Stato osservatore non membro”, l’anno scorso poi si è elevata alla qualifica “a diventare Stato membro”, con 143 voti a favore, 25 astenuti, tra cui l’italia, e 9 contrari, tra cui gli Stati Uniti.

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