Roberto Pizzato nel suo articolo su Wired spiega le connessioni tra politica e tecnologia in America, che storicamente sono sempre state il risultato della sinergia tra apparati governativi (spesso militari), università di élite e aziende private, ma che, con il secondo mandato del presidente Trump, si stanno estremizzando attraverso la diffusione di Starlink in Africa. Da quando Trump è stato eletto, infatti, è stato concesso a Starlink di operare dentro i confini di cinque paesi in Africa: Lesotho, Somalia, Guinea-Bissau, Repubblica Democratica del Congo e Chad.
Per quanto povero, il continente africano ha la maggiore crescita demografica, rappresentando per le compagnie americane una ricca opportunità di business e potere, che diventerà sempre più evidente, nel solco della corsa al Next Billion, il prossimo miliardo di persone che accederanno a internet nei paesi in via di sviluppo.
ProPublica, no profit statunitense di giornalismo investigativo indipendente, ha di recente pubblicato un’inchiesta che dimostra come per mesi il Dipartimento di Stato americano abbia condotto una campagna di pressione sul Gambia per adottare Starlink, facendo leva sul congelamento di 25 milioni di dollari dedicati ad un progetto di miglioramento della rete elettrica. Lo stesso sembra essere successo in altri quattro paesi africani.
La strategia sarebbe autorizzare l’adozione di Starlink come prova dell’impegno a mantenere buone relazioni con gli Stati Uniti, con l’ombra dei tagli agli aiuti umanitari legati a programmi come Usaid. Un enorme conflitto di interessi, insomma.
La pressione su Starlink arriva in un momento critico per la compagnia, che vede avvicinarsi la concorrenza europea, cinese e anche statunitense, in particolare quella di Amazon Project Kuiper.
Al momento, Starlink è attivo in 15 dei 54 paesi dell’Africa, ma ha incontrato la resistenza di stati come il Camerun e la Namibia, con la motivazione che stesse operando in modo illegale, e dello stesso Sudafrica.
Il rischio è che, in un continente storicamente afflitto da guerre e violenze, monopolizzare l’accesso a internet via satellite possa creare una dipendenza tecnologica fondamentale per l’esito di un conflitto e lo sviluppo di un paese.