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Il conte Dracula potrebbe essere sepolto a Napoli

Dopo dieci anni di ricerche è stata decifrata la scritta sulla tomba che si trova nella cappella Turbolo a Santa Maria la Nova

Il conte Dracula potrebbe essere sepolto a Napoli
Fonte immagine: Ansa
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30 Giugno 2025 - 15.43 Culture


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È in via di risoluzione il mistero della sepoltura napoletana del Principe Vlad III di Valacchia, meglio noto come Conte Dracula. Da dieci anni alcuni ricercatori ipotizzano che le spoglie del Principe Vlad – vissuto tra il 1431 e il 1477 – anche conosciuto con l’appellativo di impalatore per il trattamento riservato ai suoi nemici, siano custodite nel complesso angioino-aragonese di Santa Maria la Nova, nel cuore di Napoli.

A confermare questa tesi sarebbe una scritta sulla sua presunta tomba, il cui significato era rimasto finora sconosciuto. Il direttore del Complesso monumentale partenopeo, il professor Giuseppe Reale, ha anticipato la notizia al Mattino on line direttamente dalla Romania, dove è stato informato dei primi esiti del lavoro di un gruppo di studiosi. A loro avviso l’enigmatica iscrizione sarebbe un elogio funebre proprio per Vlad III di Valacchia, passato alla storia come Dracula grazie allo scrittore irlandese Bram Stoker che, nel 1897, cucì sulla sua sagome il protagonista del suo celebre romanzo.

L’idea della possibile sepoltura di Dracula a Napoli nasce nel 2014 quando alcuni studiosi italiani, supportati da pareri di esperti dell’università di Tallinn, giunsero a questa conclusione soprattutto sulla base di alcune decorazioni presenti sulla tomba, in particolare un drago e alcuni simboli di matrice egizia. Secondo gli studiosi il conte non sarebbe morto in battaglia ma fu fatto prigioniero dai turchi e in seguito riscattato dalla figlia, Maria Balsa, nel frattempo adottata da una famiglia di Napoli, città dove si sarebbe rifugiata proprio per salvarsi dalla persecuzione turca.

Maria Balsa avrebbe quindi portato in Italia il padre Vlad e, alla sua morte, lo avrebbe fatto tumulare nella tomba del suocero, Matteo Ferrillo, che si trova nella cappella Turbolo a Santa Maria la Nova, dove si vede l’iscrizione misteriosa probabilmente databile al Cinquecento e che ora sarebbe stata interpretata.

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