“A proposito di Ustica” di Christian Boltanski, un'installazione a ricordo della strage | Giornale dello Spettacolo
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“A proposito di Ustica” di Christian Boltanski, un'installazione a ricordo della strage

Grazie all’impegno dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica i resti dell’Itavia DC9 continuano a tenere viva la memoria di 81 tra uomini e donne.

“A proposito di Ustica” di Christian Boltanski, un'installazione a ricordo della strage
I resti del velivolo
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27 Giugno 2025 - 19.05 Culture


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di Caterina Abate

Quarantacinque anni fa nei cieli di Ustica, alle ore 20.59 circa, scompare dai radar un aereo di linea della compagnia Itavia. Partito da Bologna sarebbe dovuto giungere a Palermo in poco più di un’ora. A bordo 77 passeggeri e 4 componenti dell’equipaggio, per un totale di 81 civili. La verità su cosa sia accaduto è ancora priva di certezze, avvolta da ombre che ancora oggi si fatica a dipanare. Il relitto del DC-9, dopo essere stato recuperato nel 2006 nelle profonde acque del Tirreno per le indagini, avviando un nuovo filone di inchiesta, sarebbe dovuto essere rottamato.

“Non potevamo pensare che quell’aereo ricostruito nell’hangar di Pratica di Mare, una volta finito il lavoro dei magistrati, potesse essere rottamato. E allora abbiamo cercato di inventarci un luogo dove poterlo consegnare definitivamente alla storia: il Museo della Memoria a Bologna” queste le parole di Daria Bonfietti presidente dell’associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, che grazie al suo impegno ha permesso la realizzazione dell’istallazione permanente “A proposito di Ustica” di Christian Boltanski, artista che già molte volte aveva lavorato con il concetto di permanenza della memoria.

Al centro di un ex deposito dei tram in via Saliceto a Bologna si trova riassemblato ciò che resta del velivolo, con attorno una passerella e alle pareti 81 specchi neri. Qui il visitatore vedrà riflessa la propria immagine, entrerà dentro l’installazione, sentirà le voci di uomini, donne e bambini sussurrare frasi di una quotidianità interrotta bruscamente non si sa da chi e perché. Qualcuno si chiede se la madre, che sta raggiungendo per le vacanze, avrà preparato il proprio piatto preferito, qualcun altro se i lavori di tinteggiatura delle tapparelle saranno finiti. Dal soffitto scendono ancora una volta 81 lampade che si accendono e spengono al ritmo del respiro. Accanto al DC-9 Boltanski ha posto nove casse, coperte da drappi neri, con all’interno oggetti di vita come libri, occhiali, pinne, boccagli e vestiti, appartenuti a chi nel disastro del 27 giugno 1980 è inspiegabilmente morto.

La lista fotografica degli oggetti contenuti dentro questa sorta di sepolcri è parte dell’opera ed è consultabile dai visitatori, con l’intento di evidenziare quanto casualmente siano state spezzate le vite dei passeggeri a bordo. A chiudere l’istallazione una serie di documenti, video e articoli che ricostruiscono la vicenda, le controversie giudiziarie e il contesto della Guerra Fredda.

Boltanski, con il suo lavoro sulla permanenza della memoria dopo la morte, riesce a promuovere una ricerca della verità da cui giustizia e politica hanno talvolta preso le distanze. Lo fa dando vita a un museo che è un vero e proprio memoriale, una testimonianza civile profondamente reale e ferocemente poetica. Oggi, in occasione del quarantacinquesimo anniversario della strage, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rilasciato il seguente comunicato, ricordando le vittime e confermando la volontà di ricercare la verità:

La strage di 45 anni or sono nel cielo di Ustica ha impresso nella storia della Repubblica un segno doloroso e profondo che non potrà mai essere cancellato.Tutti coloro che erano a bordo di quel DC9, partito da Bologna con destinazione Palermo, vi trovarono la morte. Ottantuno persone tra equipaggio e passeggeri: tanti i corpi che non fu possibile ritrovare.È stata una tragedia tra le più oscure e laceranti che hanno colpito il nostro Paese.La memoria rinnova anzitutto i sentimenti di solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime, costretti a uno strazio indicibile, indelebile, inspiegabile.La Repubblica non abbandona la ricerca della verità e sollecita la collaborazione di tutti coloro che, anche tra i Paesi amici, possono aiutarci a rispondere al bisogno di giustizia, che non si dissolve negli anni perché è parte del tessuto stesso della democrazia”, ha dichiarato.

Il museo, che fa parte del circuito dei Musei di Bologna – MAMbo, è visitabile dal venerdì alla domenica, dalle 17 alle 20. Per ulteriori dettagli si consiglia di visitare la pagina del museo, che offre anche la possibilità di un tour virtuale. Su RaiPlay è invece disponibile il documentario “Luci per Ustica” del regista Luciano Manuzzi, che vede la partecipazione di Andrea Purgatori.

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