di Luisa Marini
Si è conclusa con un significativo gradimento di pubblico la seconda edizione del RED LINE International Film Festival, che dall’11 al 15 giugno ha portato a Montalcino – nelle location della Fortezza e della Chiesa del Corpus Domini – una vibrante selezione di cinema giovane e internazionale, con decine di registi e artisti da tutto il mondo che hanno raccontato il presente attraverso le loro immagini.
La manifestazione ha registrato un significativo incremento di pubblico rispetto allo scorso anno, segno che la prima edizione, già caratterizzata dalla qualità delle proposte e un’organizzazione professionale, avesse lasciato nel pubblico un buon ricordo e fatto scattare il passaparola.
Si tratta di un festival che non significa disimpegno o red carpet: qui, in ogni momento, prima con la selezione e poi attraverso le proiezioni, negli scambi col pubblico, si testimonia a favore del dialogo tra i popoli e la comprensione delle diversità, a conferma del fatto che il cinema è una delle arti che può aiutare a rendere ancora più consapevoli e far riflettere.
La Giuria Internazionale di quest’anno, con Geoffrey Rush affiancato dal regista Paolo Benvenuti e con la montatrice Virginie Messiaen e la scrittrice Frances Stonor Saunders, ha segnalato l’aumentata qualità delle opere selezionate e assegnato i seguenti Premi, con rispettive motivazioni:
Miglior Lungometraggio al giapponese Bushido Goban Girl, dramma in costume: “Questo lungometraggio è pienamente in linea con la tradizione del cinema di samurai dell’epoca Edo, pur affrontando le emozioni più intime del protagonista. Il film dimostra una vera e propria maestria formale, in particolare nella composizione dell’immagine, nella cura dedicata alle scenografie, ai costumi e alla direzione artistica nel suo complesso. Una straordinaria ricostruzione storica, curatissima nei particolari, nei tempi e nell’ ambientazione, osservata da uno sguardo forse eccessivamente contemporaneo”. Il regista Kazuya Shiraishi ha inviato un messaggio video di ringraziamento, proiettato durante la premiazione.
Miglior Cortometraggio all’Italiano Playing God, 9 minuti in stop motion: “Un esperimento agghiacciante, al limite della blasfemia, sulla pericolosa ossessione dell’uomo per la perfezione dell’umanità. Scioccante e poetica al tempo stesso, questa raffinata animazione offre un universo di creazione e fallimento, di bellezza e disperazione. Sia nelle immagini che nel suono, questo cortometraggio è indimenticabile, una vera opera d’arte”. A ritirare il premio, una rappresentanza di autori da Bologna per il regista Matteo Burani e l’animatrice Arianna Gheller.
Miglior Documentario all’estone The Weight of Light, girato in India e diretto da Anna Hints: “In questa produzione potente ma sobria, un intimo ritratto della triste realtà dei matrimoni forzati delle giovani ragazze in India. Girato nelle baraccopoli, l’unica economia possibile è scavare i vasti campi di immondizia. Un giorno, una ragazza trova una fotocamera e attraverso le sue fotografie diventa testimonianza dei paesaggi di povertà e della propria identità. Attraverso questa ragazza, e altri personaggi del film, siamo invitati tutti a comprendere le regole implacabili di un mondo organizzato per strapparli da qualsiasi salvezza”.
Menzione Speciale della Giuria al curdo Things Unheard of: “Un film delicato e bello che affronta il tema complesso della perdita di identità culturale. Con un cast di attori che sembrano recitare se stessi, una comunità rurale trova il modo di sfuggire alla politica delle narrazioni forzate, creando un nuovo modo di esprimersi. A centro, una giovane ragazza e la sua nonna muta, che offrono la risposta tenera, poetica a tutti coloro che li avrebbero messi a tacere”. Il premio è stato ritirato dal regista Ramazan Kılıç.
Inoltre, la Giuria del Carcere “Mario Gozzini” di Firenze ha assegnato la Menzione Speciale al film Burul, dal Kirghizistan, per il quale ha ritirato il premio il regista Adilet Karzhoev. La storia, basata su fatti reali, è quella di Burul, studentessa delle scuole superiori rurali, interessata al wrestling, alla quale l’allenatore non permette di frequentare la palestra maschile, costringendola ad allenarsi a casa da sola; anche il padre non crede che il wrestling sia adatto alle ragazze, perciò le proibisce di allenarsi. Intanto, un ragazzo di un villaggio vicino, dopo numerosi tentativi di approccio falliti, decide di rapirla per sposarla, ma lei riesce a ribellarsi e scappare.
I premi collaterali “Rural Heritage & Identity” e “Little Red”, assegnato da bambini e ragazzi, sono andati rispettivamente a Ch la Recchia (Italia) e Ethel (animazione, dalla Svizzera).