Turismo di guerra? A Gaza esiste da anni e non si ferma | Giornale dello Spettacolo
Top

Turismo di guerra? A Gaza esiste da anni e non si ferma

Esistono tour operator israeliani che non si fanno scrupoli a vendere pacchetti per visitare i dintorni della Striscia, dove i palestinesi stanno morendo di fame

Turismo di guerra? A Gaza esiste da anni e non si ferma
Preroll

redazione Modifica articolo

9 Giugno 2025 - 09.06 Culture


ATF

Su Wired è uscito un articolo firmato da Simona Buscaglia che denuncia come i tour organizzati intorno alla Striscia, la cosiddetta Gaza Envelope, ossia l’area a sud di Israele dove gli israeliani vivono in insediamenti al confine con la Striscia, esistano da almeno 10 anni – già nel 2014 li raccontava un reportage del Guardian – e anzi siano tornati sotto i riflettori dopo i fatti del 7 ottobre 2023. La fotogiornalista e podcaster Michela Chimenti ha partecipato a uno di questi tour circa un anno fa e ne ha raccontato nel podcast “Re:Tour – Ritornare a vivere a un passo da Gaza”“Quello che viene chiamato ‘Cinema Gaza’ esiste da dopo il piano di disimpegno del 2005 di Ariel Sharon che dispose il ritiro dei coloni dalla Striscia. Si tratta di una collinetta dove sono state portate poltrone e divani usati per poter continuare a vedere il lavoro dell’esercito israeliano”.

I tour si possono prenotare su Tripadvisor (!) per soli 160 euro a persona, ma ne esistono anche di privati a prezzo maggiore. Provando a mettersi in contatto con una di queste agenzie per avere delle informazioni in più sul tour, presentandosi come tali, i giornalisti di Wired non hanno mai ricevuto risposta.

Racconta la Chimenti: “Nel mio tour non si sono mai citati i palestinesi, si è parlato dei morti del 7 ottobre, che nessuno vuole negare ovviamente, ma non si mette mai in dubbio il punto di vista israeliano.” E continua: “C’è un episodio emblematico, che ha come protagonisti dei bambini in piscina in un kibbutz. La guida del nostro tour sottolineò come quei bimbi non potessero fare un bagno ‘tranquilli’ perché ‘lì c’è la Striscia’, senza mai riflettere sulla mancanza di acqua proprio a Gaza. Quando arrivammo vicino ai luoghi del Nova Festival, e alle nostre spalle si sentì un’esplosione, venimmo tranquillizzati con la frase ‘Tranquilli è l’Idf (l’esercito israeliano, ndr)‘, come se questo potesse bastare per sentirsi al sicuro. In molti kibbutz dove ci sono stati morti per l’attacco di Hamas, le famiglie non hanno voluto il governo alla commemorazione ufficiale ma questo è un aspetto che non viene menzionato spesso. Anche se non si spingono a dire che non sia stato fatto abbastanza per prevenire quello che è poi accaduto, lasciano trasparire almeno un dubbio, come racconta uno degli abitanti del moshav in cui sono stata“.

Sui social i commenti ai tour sono perlopiù entusiasti, ma molti sono di tutt’altro tipo e parlano di tour dell’orrore. Sul sito del tour operator si legge: “Questo tour è pensato per offrire ai partecipanti una comprensione approfondita del contesto storico che ha portato al 7 ottobre, degli eventi di quella giornata e – soprattutto – dei temi della rinascita, della connessione umana e della speranza che sono emersi in seguito. L’obiettivo non è soffermarsi sugli orrori, ma promuovere la comprensione e l’empatia. È un’occasione per entrare in contatto diretto con le comunità colpite: ascoltare le loro storie, testimoniare la loro resilienza e riconoscere la forza dello spirito umano nei momenti di profonda difficoltà”.

Native

Articoli correlati