Sampdoria, dallo Scudetto di Vujadin Boskov alla possibile Serie C

Dal trionfo di 34 anni fa grazie anche ai gemelli del goal Vialli e Mancini alla possibile retrocessione in terza serie. Tutto è cambiato da quel 26 maggio1991.

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24 Maggio 2025 - 23.45 Culture


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di Gabriele Bisconti

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La Sampdoria rischia la Serie C. Ebbene sì, la squadra di Genova potrebbe scendere in terza serie per la prima volta in 79 anni di storia

E dire che, sul campo, la discesa dalla Serie B alla C della squadra blucerchiata era diventata realtà dopo il triplice fischio dell’ultima partita di campionato pareggiata contro la Juve Stabia. Tuttavia, qualche giorno dopo il termine del campionato cadetto, ci ha pensato la giustizia sportiva a rimescolare completamente le carte in tavola per quanto riguarda la lotta retrocessione.

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Infatti, il Brescia rischia concretamente di essere penalizzato di 4 punti a causa di alcune irregolarità nei pagamenti ai propri tesserati e, se la squadra lombarda venisse sanzionata, sarebbe lei ad andare in Serie C al posto dei liguri, che invece disputerebbero i playout contro la Salernitana.

In quale categoria giocherà la Sampdoria la prossima stagione lo scopriremo presto, ma occorre fare un’attenta e approfondita analisi sui motivi che l’hanno portata in questa tragica (sportivamente parlando) situazione.

Lo Scudetto del 1991 ha il marchio inconfondibile dell’allenatore serbo Boskov, al suo quinto anno consecutivo sulla panca doriana. Ma quello fu anche l’anno di Gianluca Vialli, capocannoniere del torneo con 19 reti, e di Roberto Mancini che regalò al presidente Paolo Mantovani un successo insperato ma meritato. Oggi il mondo doriano si è completamente capovolto, ma trentaquattro anni fa nemmeno il più pessimista dei tifosi blucerchiati avrebbe potuto immaginare di potersi ritrovare un giorno a lottare per non precipitare nell’abisso della Serie C.

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Negli ultimi anni alla Sampdoria le cose andate storte sono molteplici, a partire dai numerosi presidenti che si sono succeduti alla guida del club. Infatti, da Edoardo Garrone a Massimo Ferrero (che ha usato il club come un “bancomat” per acquistare beni nel mercato immobiliare) passando per Marco Lanna e infine Matteo Manfredi, la stabilità societaria è uno degli elementi che è mancato alla Genova calcistica sponda blucerchiata, non proprio un dettaglio di poco conto per qualsiasi club che ambisce a lottare per traguardi importanti.

In secondo luogo, ogni anno ha venduto al miglior offerente i suoi giocatori migliori non rimpiazzandoli quasi mai con sostituti all’altezza che permettessero di far compiere un salto di qualità a tutta la rosa. Soprattutto negli anni successivi all’addio del bomber campano Fabio Quagliarella, artefice grazie ai suoi goal della permanenza in Serie A della Doria per molte stagioni, sono emersi tutti i limiti di questo modus operandi, ha indebolito anno dopo anno il gruppo-squadra.

La Samp, per storia e passione dei suoi tifosi, merita di tornare il prima possibile in Serie A ma, se continuerà a regnare il caos totale come negli ultimi tempi, la luce in fondo al tunnel rimarrà solo un’enorme utopia.

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