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Pantelleria: la Liberazione “sobria e silenziosa” arriva anche nel cuore del Mediterraneo

L’isola che ha vissuto la guerra e la Resistenza nel 1943 si appresta a vivere una Festa della Liberazione differente. Ecco cosa è previsto.

Pantelleria: la Liberazione “sobria e silenziosa” arriva anche nel cuore del Mediterraneo
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25 Aprile 2025 - 06.39 Culture


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di Giada Zona

Pantelleria, la Perla Nera del Mediterraneo, ha vissuto la guerra sulla propria pelle ma, nonostante questo, anche qui il 25 aprile sarà festeggiato in modo ‘sobrio e silenzioso’. Era l’undici giugno del 1943 quando si concluse l’assedio di Pantelleria, bombardata per circa un mese dall’esercito britannico. Molti libri testimoniano la resistenza sull’isola e ancora oggi vi sono ritrovamenti risalenti alla seconda guerra mondiale. Basti pensare all’ultimo ordigno bellico rinvenuto l’anno scorso e al recupero, avvenuto due anni fa sui fondali dell’isola, di un aereo militare.

In un luogo come questo è facile immaginare un 25 aprile ricco di iniziative, ma purtroppo non sarà così. In principio erano previsti due eventi, ma uno è stato annullato a causa del maltempo. Si tratta di un progetto che prende il nome di “Democrazia Partecipata”, finanziato dal Comune di Pantelleria e organizzato da Resilea, un’associazione di promozione sociale. Questi prevedeva la possibilità di far volare degli aquiloni sopra il porto di Scauri, situato sul tratto di costa sud-occidentale dell’isola.

L’altra iniziativa proviene dal Comune che ha organizzato una cerimonia alle 10:30 in piazza Cavour, la piazza principale, dove avverrà la deposizione di una corona di fiori presso la sede comunale in presenza delle autorità civili e militari. Il Comune di Pantelleria invita i cittadini a un momento di memoria collettiva, ma in modo sobrio e silenzioso nel rispetto del lutto per Papa Francesco. L’ANPI locale ha deciso di partecipare all’iniziativa proposta dal comune e, probabilmente, interverrà durante la cerimonia.

In uno Stato laico la morte del Papa e la Festa della Liberazione dovrebbero essere due questioni ben distinte, è il pensiero di molti, che si chiedono come sia possibile ricordare con le sopracitate modalità il sacrificio di tanti uomini e donne immolatisi in nome della pace, della libertà e della propria Nazione. Valori, non è mai superfluo sottolinearlo, alla base della nostra Costituzione.

Perché bisogna strumentalizzare ancora, dopo 80 anni, la Festa della Liberazione? Perché deve essere ancora una giornata divisiva?

Potremmo e dovremmo vivere il 25 aprile come un momento di riflessione e di unione che va al di là delle divisioni politiche, omaggiando tutti dei principi cari in prima battuta a Francesco stesso, come più volte ha espresso.

Scendere in piazza e cantare “Bella Ciao” è un modo per festeggiare tutto ciò ma quest’anno sarà più difficile farlo, viste le due parole d’ordine “sobrietà” e “silenzio”. Viva dunque i partigiani e le partigiane, l’antifascismo, la Resistenza, “Bella Ciao”, le bandiere, i canti in piazza, la pace, la libertà e l’uguaglianza. E no, il silenzio non rientra in tutto questo, perché è il peggior nemico della memoria storica.

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