L’ironia come filo rosso della storia dell’arte italiana del XX e XXI secolo | Giornale dello Spettacolo
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L’ironia come filo rosso della storia dell’arte italiana del XX e XXI secolo

A Bologna un'esposizione collettiva con oltre 70 artisti.

foto di Tony Grillo, opera di Michelangelo Pistoletto alla Ravizza Brownfield Gallery, Honolulu, 2017.
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4 Gennaio 2025 - 17.07 Culture


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Si apre il 6 febbraio la mostra collettiva “Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo”, curata da Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, ospitata nella Sala delle Ciminiere del MamBo – Museo d’arte moderna di Bologna.

L’esposizione, che resterà aperta fino al 7 settembre, è stata realizzata con il contributo del Gruppo Hera all’interno del programma istituzionale di Art City Bologna 2025 per Arte Fiera.

Con un totale di più di cento opere e documenti d’archivio, sono esposti i lavori di oltre settanta artisti che hanno caratterizzato l’arte italiana dagli anni Cinquanta a oggi.

La mostra indaga l’ironia come strumento creativo e critico: dalla fantasia ludica di Bruno Munari all’irriverenza di Piero Manzoni, fino ai paradossi vertiginosi di Gino De Dominicis. L’ironia si intreccia con la politica nelle opere di Piero Gilardi e Michelangelo Pistoletto, mentre Tomaso Binga e Mirella Bentivoglio sfidano gli stereotipi femminili. Adriano Spatola e Giulia Niccolai esplorano invece il nonsense linguistico.

Tra le voci contemporanee, Maurizio Cattelan, Paola Pivi e Francesco Vezzoli utilizzano accostamenti contraddittori per svelare le incongruenze del presente, mentre Chiara Fumai e Italo Zuffi mettono a nudo le regole implicite del sistema dell’arte. Il duo Eva e Franco Mattes, con il linguaggio satirico dei meme, ci introduce a una nuova ironia digitale, figlia della rete.

Una mostra che si preannuncia estremamente ricca e complessa, dove già il nome è un’affermazione potente. L’analisi dell’arte e dei suoi molteplici linguaggi e sfere di interesse tramite l’ironia: la forma di espressione più incompresa, abusata o temuta che possediamo. La forma delle contraddizioni ora protagonista di un nuovo grande evento.

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