di Gabriele Bisconti
Il rapporto tra i calciatori, i club e la Fifa si sta logorando. Pochi giorni fa, infatti, l’associazione delle Leghe europee (che rappresenta gli interessi delle Leghe nazionali professionistiche in Europa, con esclusione della Spagna), il Fifpro Europe, il sindacato internazionale dei calciatori, compresa appunto anche l’associazione iberica LaLiga, hanno presentato reclamo alla Commissione Ue contro la Fifa per abuso di posizione dominante nell’imposizione del calendario delle partite internazionali 2025-2026, con particolare riferimento al Mondiale per club 2025 che si svolgerà in Usa, Canada e Messico nel 2026.
Il reclamo, dettagliato e documentato, è stato formalmente presentato alla direzione generale per la Concorrenza della Commissione europea, con una conseguente azione legale ritenuta “necessaria per salvaguardare il settore del calcio europeo”.
In seguito al comunicato a firma Fifpro e leghe è intervenuto anche il presidente dell’Aic (sindacato italiano dei calciatori) Umberto Calcagno che, in una conferenza stampa tenuta a Bruxelles, ha commentato così la protesta congiunta presentata contro la Fifa: “Questa è una grande opportunità per manifestare per la prima volta il nostro dissenso verso una situazione che anche i calciatori che giocano in Italia percepiscono come una grande stortura – e ha concluso – Abbiamo la sensazione che il calcio stia iniziando a divorare sé stesso”.
A Calcagno ha fatto eco l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, che ha dichiarato: “La Serie A, come quasi tutti gli altri campionati europei, negli ultimi 20 anni non ha aumentato il numero di partite. Al contrario, Fifa e Uefa, ciclo dopo ciclo, hanno incrementato costantemente le dimensioni delle loro competizioni sia per i club che per le nazionali e ora abbiamo raggiunto un punto di saturazione nel calendario”.
Ieri, inoltre, proprio il presidente de LaLiga, Javier Tebas, è intervenuto al Forum dell’unione dei club Europei di Bruxelles dove, a proposito del Mondiale per Club, ha tuonato: “Non è necessario né per i giocatori, né per i club, né per la Fifa. Se la Fifa utilizzerà i suoi fondi per questa competizione, li porterà via da tutti quei luoghi in cui dice di essere lì per aiutare”. Insomma, il malcontento è stato manifestato all’unisono e adesso dalle parole si è passati ai fatti concreti.
Questa non sarà certo l’ultima puntata di questa storia che assomiglia molto ad una soap opera americana anche se, ovviamente, la speranza di tutti gli appassionati è che i “gestori” del calcio mondiale capiscano finalmente che il mondo pallonaro è sul punto di esplodere. Sarebbero graditi segnali per dimostrare che anche per lorsignori la salute dei calciatori è l’elemento prioritario in questo momento.
Eppure la Fifa continua a pensare all’organizzazione di una quantità sempre più ampia di eventi senza ascoltare niente e nessuno. Lo ha dimostrato il Presidente Gianni Infantino che, poche ore prima che venisse notificato il reclamo di leghe e calciatori, ha annunciato che sei partite del Mondiale per Club (al quale parteciperanno anche Inter e Juventus), che si terrà l’anno prossimo negli Usa, verranno disputate nella città di Seattle, come omaggio ai Seattle Sounders, anche loro presenti ai nastri di partenza della sopracitata competizione a 32 squadre.
Non sappiamo come andrà a finire quest’intricata questione né quanto durerà, ma adesso il guanto di sfida è stato lanciato.