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Michele dell’Ongaro, sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, è entusiasta, soddisfatto, e a tratti emozionato, quando parla del successo che ha riscosso il concerto inaugurale della stagione sinfonica, diretto ieri sera da Antonio Pappano: “È stato molto emozionante avere il nostro pubblico in sala per questi due capolavori di Bruckner e Mahler, con il doppio richiamo sacro e profano al potere metafisico della musica e l’invito alla riflessione spirituale sulle cose. L’effetto è stato sorprendente”. Non nasconde, però, le sue preoccupazioni sulle conseguenze che il forte aumento dei contagi potrebbe avere per il mondo della lirica e della classica: “Ritengo che il nostro dovere sia di andare avanti — dice — continuando a garantire sicurezza e offerta musicale di qualità fino a quando è possibile e finchè le norme ce lo consentiranno. Il desiderio di musica è un desiderio fisico, il contatto che crea la musica è l’ antidoto al distanziamento sociale e le persone ne hanno bisogno, come di nutrirsi’’.
Pappano aveva promesso una apertura ”come un urlo, un grande sfogo in do maggiore per annunciare al pubblico il nostro ritorno” e così è stato. Lo spettacolo si è trasformato in un momento liberatorio contro la paura generata dal Covid-19, nonostante i segnali negativi di questi giorni stiano, appunto, facendo temere provvedimenti sempre più restrittivi. I grandi applausi tributati al maestro anglo-italiano hanno salutato la potente esibizione alla guida dell’ Orchestra e del Coro dell’ Accademia nel Te Deum di Anton Bruckner e nel Canto della Terra di Gustav Mahler, ma hanno anche testimoniato la voglia di esorcizzare il pericolo di una nuova rinuncia al piacere della musica come è avvenuto nei mesi del lockdown. Per gli spettatori che nel rispetto del distanziamento hanno occupato un terzo dei 2700 posti della sala maggiore dell’ Auditorium Parco della Musica è stata, quindi, una serata da ricordare. I due capolavori musicali, incentrati su una spiritualità intensa, hanno offerto momenti di forte suggestione.
Pappano aveva promesso una apertura ”come un urlo, un grande sfogo in do maggiore per annunciare al pubblico il nostro ritorno” e così è stato. Lo spettacolo si è trasformato in un momento liberatorio contro la paura generata dal Covid-19, nonostante i segnali negativi di questi giorni stiano, appunto, facendo temere provvedimenti sempre più restrittivi. I grandi applausi tributati al maestro anglo-italiano hanno salutato la potente esibizione alla guida dell’ Orchestra e del Coro dell’ Accademia nel Te Deum di Anton Bruckner e nel Canto della Terra di Gustav Mahler, ma hanno anche testimoniato la voglia di esorcizzare il pericolo di una nuova rinuncia al piacere della musica come è avvenuto nei mesi del lockdown. Per gli spettatori che nel rispetto del distanziamento hanno occupato un terzo dei 2700 posti della sala maggiore dell’ Auditorium Parco della Musica è stata, quindi, una serata da ricordare. I due capolavori musicali, incentrati su una spiritualità intensa, hanno offerto momenti di forte suggestione.