di Ste. Mi.
I big dello spettacolo fanno sentire la propria voce (sul web e con i social per carità), per quel mondo che lavora intorno a show e concerti e si trova senza più un futuro a causa del Coronavirus. Aveva lanciato l’appello Tiziano Ferro ospite a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio su Rai2 e l’accoglienza, nel social, aveva suscitato anche di più una polemica. Eppure il cantante ha preso voce per ricordare che il dramma sociale investe almeno, circa, 500mila lavoratori almeno, e per chiedere sostegni concreti al settore della musica dell’intrattenimento dal vivo. Ne è nato un appello che viene condiviso moltissimo sui social: #seiconnoi.
A Ferro hanno risposto e stanno rispondendo positivamente tanti artisti: Piero Pielù,
Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Emma, Gianna Nannini, Alessandra Amoroso, Elisa, Giorgia (sono le sette artiste promotrici del concerto-evento di settembre contro la violenza alle donne “Una nessuna e centomila”), Ligabue, Frankie hi-nrg, Luca Barbarossa, Anna Tatangelo, Rosario Fiorello, Tosca, Francesca Michielin, Raphael Gualazzi, Annalisa, Mario Biondi tra i tanti.
De Gregori: proteggere chi lavora nello spettacolo dal tracollo per il Coronavirus
Gli artisti chiedono di sapere cosa accadrà ai lavoratori dello spettacolo, quando potranno riprendere, la garanzia “di un trattamento economico e previdenziale dignitoso durante tutta la fase dell’emergenza”. Parliamo di una platea sterminata di lavoratori, tecnici delle luci, del suono, chi monta un palcoscenico, chi fa l’ufficio stampa, che si ritrova letteralmente a terra e senza prospettive. Soprattutto quanto pensiamo a chi non è dipendente di un teatro o di una fondazione, la protezione sociale manca.
Alla “Vita in diretta” su Rai1, come riferisce l’Ansa, il sottosegretario del ministero di beni e attività culturali e turismo Anna Laura Orrico è intervenuta dicendo: “Stiamo ragionando su tutta una serie di misure per coprire i lavoratori intermittenti che non siamo riusciti a tutelare con il decreto Cura Italia per l’enorme varietà il mondo della cultura. È molto complesso fare misure omogenee, ma siamo costantemente al lavoro. Oltre alla Fase 2, ci sarà sicuramente una Fase 3. Si sta iniziando a ragionare su quelle che dovranno essere le regole per accompagnarci a un ritorno alla normalità che comunque sarà diversa da quella che abbiamo vissuto fino a qualche mese fa. Dovremo capire come garantire il distanziamento sociale in tutti i luoghi della cultura, che ha mille sfumature diverse. Dobbiamo essere molto cauti e non prendere decisioni affrettate”.
L’appello degli artisti #seiconnoi
Ogni cosa ha il suo tempo, e oggi è ancora il tempo del dolore, per chi non c’è più, delle cure ai malati, e del sostegno economico e morale e organizzativo, da chiedere a gran voce, per tutti gli operati sanitari, che sono in prima linea.
Questa, senza dubbio, è la priorità.
Ma nel rispetto di tutti, dovremmo ripartire, e non possiamo permetterci di dimenticare qualcuno, di lasciare indietro centinaia di migliaia di lavoratori senza colpe e senza prospettive. Non stiamo parlando di noi, o per noi.
Stiamo parlando di tutti i musicisti, autori, Dj, ballerini, gli operai, i tecnici, i lavoratori specializzati, i professionisti di ogni settore dello spettacolo, i lavoratori senza cassa integrazione, i lavoratori occasionali, tutte le maestranze che lavorano nel mondo della musica e dell’intrattenimento.
Stiamo parlando di chi suona la sera, nei locali delle vostre città, e di chi insegna musica ai vostri figli. Non sono star, ma è gente che con quel lavoro ci paga ciò che serve per vivere.
Gente che come tutti ha il diritto di lavorare e come tutti ha il diritto di essere protetto, quando il lavoro e la dignità vengono messi in pericolo.
Di loro, e della loro angoscia, e del loro disagio economico, si parla pochissimo.
Il Paese si appresta a definire la fase II.
Leggiamo ovunque iniziative e proposte che consentiranno una graduale, difficile ripresa delle attività produttive e commerciali.
Ma non leggiamo mai cosa accadrà ai lavoratori del mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento.
Noi artisti, che condividiamo con loro una parte fondamentale della nostra vita, e che conosciamo a fondo le difficoltà che stanno attraversando, ci chiediamo: come potranno reggere ad un’emergenza che diventa sempre più lunga?
Come potranno vivere dignitosamente senza nemmeno la prospettiva che un giorno possono tornare a fare il proprio lavoro?
Cosa succederà agli eventi di questa estate e a quelli programmati nei mesi successivi?
Quando potranno tornare a lavorare? Per questo attendiamo e ci auguriamo che a tutti i lavoratori del settore, per tutta la fase di emergenza, venga assicurato un trattamento economico e previdenziale dignitoso, e che sulla falsariga di quando già fatto in altre nazioni, si definisca il futuro dei prossimi eventi, rispettando e garantendo i diritti di tutti.