di Miriam Vicinanza
Odio il machismo e il priapismo d’accatto. Odio l’ostentazione fallica dell’arroganza e del potere. E su questo non ho alcun dubbio.
Eppure penso che la risposta non possa essere nel politicamente corretto e nel moralismo di ritorno.
In questo momento – ma talora anche in precedenza ci sono state ventate simili – dopo il caso Weinstein (da condannare senza se e senza ma, beninteso) sembra che qualsiasi cosa accada tra uomo e donna sia sotto sotto criminale o da condannare. E questo in violazione di qualsiasi principio libertario secondo il quale nel privato e nel rispetto delle leggi ognuno deve essere libero di fare ciò che vuole.
Certo, le violenze sulle donne non si contano. I numeri dei femminicidi nel mondo come in Italia sono allarmanti così come quello delle violenze e degli abusi. Ma come hanno giustamente sottolineato Catherine Deneuve e altre 100 donne “il femminismo non è l’odio degli uomini e della sessualità.
Il problema è culturale, riguarda più o meno tutte le società ed è presente dalla notte dei tempi. Nessuno ha una ricetta se non quella dell’educazione al rispetto alla parità e alla non violenza. Ma è una formula facile a dirsi quanto difficile a trasformarla in comportamenti quotidiani.
Tuttavia, pur riconoscendo tutte le buone intenzioni, arrivare a deturpare l’arte in nome della lotta alla violenza alle donne è ridicolo e pericoloso.
Perché se pensiamo che una Carmen che non viene uccisa ma uccide sia un modo per sensibilizzare la gente contro il femminicidio vuol dire – e non potrebbe essere altrimenti – che la Carmen di Bizet promuove il femminicidio.
L’arte è l’arte, sia quadro, statua o opera. E piegarla alla contingenza è sempre una forzatura sbagliata se non proprio una violenza artistica.
L’opera considerata universalmente più bella di altre (magari qualcuno dissente) è il Don Giovanni di Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte. E chi è Don Giovanni? Uno stupratore (violenta donna Anna) un assassino (uccide il Commendatore) e un molestatore seriale (tenta di abusare di Zerlina e inganna molte altre).
Che vogliamo fare? La consideriamo un capolavoro musicale e letterario o la vogliamo abolire? Oppure don Giovanni prende i voti e va in convento invece di finire negli inferi perché rifiuta di pentirsi?
Siamo seri. Lasciateci il don Giovanni, lasciateci la Carmen. E lasciateci pure il Rigoletto anche se muore Gilda mentre il Duca di Mantova, infingardo e stupratore, continua a spassarsela con tutte le belle figlie dell’amore…