Elisabetta Sgarbi ha rivelato il programma della Milanesiana: al centro il tema del progresso

Nella conferenza stampa di presentazione, Elisabetta Sgarbi, ideatrice e direttrice artistica della kermesse giunta quest’anno al ventiduesimo appuntamento, ha diffuso il programma dell’edizione 2021.

Elisabetta Sgarbi ha rivelato il programma della Milanesiana: al centro il tema del progresso
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Giuseppe Costigliola Modifica articolo

11 Maggio 2021 - 17.12


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Anche quest’anno, malgrado i tremendi problemi causati dalla pandemia, il Festival della Milanesiana si terrà. Nella conferenza stampa di presentazione, Elisabetta Sgarbi, ideatrice e direttrice artistica della kermesse che lega arte, cultura, economia e scienza giunta quest’anno al ventiduesimo appuntamento, ha diffuso il programma dell’edizione 2021.

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In collegamento streaming, hanno portato i saluti istituzionali il sindaco di Milano Giuseppe Sala, gli assessori alla cultura del comune di Milano Filippo Del Corno e della regione Lombardia Stefano Bruno Galli, e il presidente della Fondazione Corriere della Sera Piergaetano Marchetti. Sala ha elogiato la resilienza di Elisabetta Sgarbi, che malgrado le note difficoltà procurate dal Covid è riuscita anche quest’anno a organizzare una manifestazione in grado di creare cultura ed occupazione, che ben interpreta la contemporaneità e lo spirito di Milano e che, insieme alla recente riapertura del Teatro La Scala, testimonia come la cultura sia un perno fondamentale della rinascita d’una città e di un intero Paese.

Anche Del Corno ha sottolineato la tenacia dell’animatrice del festival, ed ha evidenziato una delle peculiarità della Milanesiana, la capacità di fondere discipline umanistiche e scientifiche, economia e sport. Aspetto questo messo in risalto anche da Galli, che ha notato l’originalità di un format eclettico e trasversale tra arti e saperi, particolarmente adatto all’oggi, e l’importanza di un tale evento che, considerata l’esperienza della pandemia, assume ancor maggiore rilievo poiché interviene su una socialità disgregata proprio da quell’esperienza. Anche Marchetti ha sottolineato l’interdisciplinarietà del festival, che ha definito come una sorta di “stato generale della cultura”, lodandone la capacità di “far rete”, creare cioè una struttura relazionale molto ampia.

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Dopo i saluti istituzionali Elisabetta Sgarbi è entrata nel merito, presentando il logo della manifestazione, una rosa blu, rielaborazione di Franco Achilli della rosa dipinta da Franco Battiato, ed il programma, che appare come sempre fitto di eventi multidisciplinari e ricco di ospiti di rilievo. Il tema portante della XXII edizione, scelto anche quest’anno da Claudio Magris, sarà il progresso. Tema denso di paradossi, poiché scelto in questi tempi, e che verrà affrontato nelle sue più varie sfumature: aspettative, sfida, possibilità di crescita, sostenibilità, tutte analizzate in un notevole libro dello studioso Aldo Schiavone intitolato appunto Progresso, edito dal Mulino, dal quale è partito la scelta di Magris.

Gli organizzatori hanno però legato questo tema a quello della memoria, convinti che senza di essa non vi sia progresso, e dunque sono previsti diversi eventi per puntellare appunto la nostra memoria: i 100 anni di Giorgio Strehler, i 90 anni di Giuliano Montaldo (91 in realtà), i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, i 100 anni di Leonardo Sciascia, i 150 di Giuseppe Rensi (filosofo dell’assurdo), gli 80 anni di Bernardo Bertolucci, i 40 anni del mitico album di Franco Battiato La Voce del padrone, i 30 anni dall’ultimo romanzo, postumo, di Alberto Moravia (La donna leopardo), i 20 anni dalla morte del pittore e disegnatore Grianfranco Ferroni, i 50 anni dalla morte di Secondo Casadei, i 30 anni del gruppo musicale Modena City Remblers.

La manifestazione inizierà il 13 giugno e si protrarrà sino al 6 agosto, ma con un’importante appendice autunnale, da settembre a novembre, e terminerà con un evento non ancora organizzato a Parigi: dunque, per la prima volta la Milanesiana varcherà i confini nazionali. Toccherà 25 città, le mostre saranno 10, oltre 65 gli appuntamenti, più di 150 gli ospiti provenienti da tutto il mondo, per un badget di 550 mila euro.

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Vista la ricchezza degli eventi, ne citeremo qui solo alcuni, rimandando il lettore al programma completo. Il 13 giugno la manifestazione si aprirà a Sondrio con un concerto di Enrico Ruggeri, il 14 esordirà a Milano con un omaggio a Giorgio Strehler e un incontro con la scrittrice e poetessa Edith Bruck. Il primo evento dedicato al cinema è previsto il 19 giugno al cinema Mexico di Milano, ed è dedicato ad un regista poco conosciuto ma il cui lavoro ha un grande valore poetico, Franco Piavoli, che sarà intervistato dal noto storico cinematografico Paolo Mereghetti. Il 24 giugno, nell’ambito del ricordo di Giuliano Montaldo, verranno proiettati alcuni suoi film tra cui il primo che girò, Tiro al piccione (1961). Per la letteratura, il 26 giugno a Bassano del Grappa sono previsti due ospiti d’eccezione, Tahra Ben Jalloun e Amin Maalouf, mentre il 27 ci sarà una lectura Dantis con la voce di Carmelo Bene e un concerto di Arto Lindsay, un gradito ritorno, poiché fu ospite della lontana prima edizione. Il 2 luglio al Castello sforzesco di Milano interverranno Michel Houllebecq e Edoardo Nesi, seguiti da un concerto di Paolo Fresu, mentre il 5 luglio è previsto un omaggio a Leonardo Sciascia con Pietrangelo Buttafuoco. Il 16 luglio al Castello scaligero di Villafranca di Verona si terrà un concerto dedicato a Ennio Morricone e il 22 a Urbino, in piazza Risorgimento, è prevista la presenza dello scrittore Patrick McGrath. Il 27 luglio al Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera terrà un concerto il violinista Uto Ughi, e il 6 agosto la manifestazione estiva chiuderà a Venezia con una mostra organizzata al Ca’ Sagredo dedicata al pittore Mario Cavaglieri, il cosiddetto “Klimt veneziano”.

Ma questi, come detto, sono solo alcuni degli eventi previsti della Milanesiana di quest’anno, che, viste le circostanze in cui è stata organizzata e si svolgerà, assume davvero un significato particolare. Poiché una cosa è certa: senza la cultura, lo studio, il sapere e la sua diffusione, l’umanità non ha alcun futuro, Covid o meno.

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