L’artista Omar Hassan ha pubblicato un video insieme al cantante Sfera Ebbasta per sensibilizzare sulla chiusura di teatri e musei. L’intervista esclusiva di Antonello Sette per SprayNews.it
Hassan, lei ha appena pubblicato un video di cui è protagonista insieme con il cantante Sfera Ebbasta. A chi è venuta l’idea?
Il video è il suggello di un’amicizia, di una stima reciproca e profonda, nata a Miami, dove ci siamo conosciuti. Io ascolto le sue canzoni. Lui ama i miei quadri. Ci siamo reincontrati, dopo il primo lockdown e abbiamo unito due stati d’animo e due esigenze. Io ho un bisogno viscerale della musica, lui della pittura. Sfera era in una casa nuova con tutte le pareti bianche. Mi diceva “voglio un tuo quadro da appendere”. E quando capisco che ci stanno per ribloccare, lo chiamo e gli dico che era arrivato il momento di farlo il quadro da appendere a una sua parete vuota. Ma vieni da me, facciamo in modo che non sia una cosa fine a se stessa, cerchiamo di inviare un messaggio a tutti quelli che ci vorranno ascoltare. Abbiamo voluto difendere le nostre due arti, unendole. Ci hanno messo in fondo alla piramide. Dobbiamo reagire.
Perché vi sentite relegati in fondo?
Si può andare dal parrucchiere, le mostre e i concerti, invece, sono banditi. Hanno deciso che calasse il silenzio. E il buio. Ma senza la musica e l’arte non si può vivere, perdi la serenità e il contatto, perdi tutti gli stati d’animo e, quindi, la tua identità. Capisco che, in un momento così complicato, sia difficile pensare a tutti, ma l’Italia è, prima di ogni altra cosa, la sua arte. Dico sempre, scherzando, che le nostre tartarughe ninja sono Michelangelo, Donatello, Raffaello e Leonardo. Dovremmo non dimenticarlo mai. Neppure al tempo dei lockdown. Il nostro video vuole essere una luce e un grido nel deserto: ci siamo, noi siamo ancora qui. E inviare un messaggio di arte e musica. Di vita e speranza.
Il vostro video come verrà distribuito?
Per ora è solo sulla mia pagina instagram e condiviso sui social. Speriamo che sia riprodotto e amplificato in una catena potenzialmente senza fine. Vorremmo che a condividerlo fossero soprattutto gli artisti di ogni genere e grado. Tutti quelli che, come noi, hanno costretto al silenzio e al buio.
Quale è il vostro obiettivo?
Vogliamo sensibilizzare il pubblico, soprattutto quello giovane. Grazie al nostro video di musica e di pittura, di suoni e di colori, tutti avranno la possibilità di capire, e di avvertire dentro di sé, che la bellezza sarà, ancora e più che mai, la salvezza del mondo e dell’anima e che la cultura è un amore che non si può tradire. L’arte e la musica non sono un contorno della vita, ma un’esigenza primaria, che non può essere né repressa né fermata.
Nella contingenza attuale, in cui siamo tutti separati e sospettati di essere l’uno l’untore, e quindi il nemico, dell’altro, quanto è importante un’iniziativa come la vostra?
L’abbiamo concepita come uno strumento che potesse unire le solitudini e ricreare, seppure in una piazza virtuale, il senso di una comunità che si è dispersa, ma non ha smarrito il desiderio di ascoltare e guardare in faccia la bellezza della vita. La bellezza è l’antidoto più potente, capace di abbattere le conseguenze che ogni calamità riversa sulla nostra anima, su quello che eravamo e vogliamo tornare essere. Uomini con nella testa e nel cuore la voglia di suonare e ascoltare, dipingere e guardare.
Vorreste che altri seguissero il vostro esempio?
Sì, vorremmo che altri unissero le loro voci e si facessero sentire, nell’unico modo che ci è consentito: il web. Visto che hanno deciso che restassimo l’unico Paese europeo senza cultura. Al buio, senza una madre. Senza l’eterna madre di tutti gli italiani.