Piera Degli Esposti, attrice e artista poliedrica, che in un’intervista al Corriere della Sera racconta del rapporto con sua madre: “Ho scoperto la sua ninfomania intorno ai 12 anni, sfogliando, di nascosto, un album di foto che le apparteneva: erano foto artistiche, ma erotiche, molto spinte…”.
“Ho avuto il coraggio di non vergognarmi della figura estrema, dal punto di vista sessuale, di mia madre. Un personaggio che è stato al centro delle mie paure”, spiega l’attrice. Quali paure?
“La paura della gente che spettegolava dietro le spalle, la paura dei commenti di una città, Bologna, che era pur sempre cattocomunista. La paura di sentire le critiche, di uscire dalla porta di casa, ben sapendo che mia madre era già fuori da ore. Ero terrorizzata e credo che questo stato d’animo me lo abbia fatto passare il teatro e la terapia psicoanalitica”.
Con questa madre così problematica Piera instaurò un rapporto confidenziale, quasi da amica:
“Mi parlava come a un’amica coetanea e così, senza volerlo, iniziai con lei un rapporto confidenziale. Spesso spariva a notte fonda oppure il giorno andava in campagna dove si intratteneva con certi contadini e io, che poi la seguivo, andavo da quegli uomini a fare la Sherlock Holmes della situazione, li interrogavo con domande imbarazzanti”.
E ancora:
“A un certo punto, mia madre ed io cominciammo a uscire insieme, a scambiarci confidenze su questo o quell’uomo, soprattutto quelli più giovani di lei. Non l’ho mai trovata a letto con qualcuno, ma tra noi ci fu lo scambio di un amante: era un ragazzo che con me si limitava a bacini e carezze, poi andava da lei per consumare il rapporto carnale. Tuttavia la nuova complicità riservata che era nata tra madre e figlia mi rassicurava, non ero più costretta a rincorrerla quando scappava in bici: potevo tenerla sotto controllo”.
Nell’intervista Degli Esposti parla anche della sua “cotta” per Robert Mitchum:
“Mitchum fu un caso a parte: all’epoca molto più grande di me, eppure dotato di un fascino straordinario. Ero talmente attratta da quell’attore, che gli scrissi una lettera: naturalmente non l’avrebbe mai ricevuta, se non fosse accaduto che la mia amica Lina Wertmüller riuscì ad averlo ospite a Roma e, sapendo della mia cotta, mi invitò a cena a casa. Sulle prime, pensai a uno scherzo di Lina, invece era proprio vero! Vederlo seduto di fronte a me in salotto e provare nel petto un terremoto fu tutt’uno. Gli lessi la mia lettera, tradotta simultaneamente da un’interprete. Lui ascoltava e sorrideva divertito dalle mie parole. Alla fine ci prendemmo mano nella mano e ci baciammo: un bacio vero… Il mio sogno si era realizzato”.