Riondino ancora una volta contro i 5 stelle: hanno lucrato sui dolori di Taranto | Giornale dello Spettacolo
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Riondino ancora una volta contro i 5 stelle: hanno lucrato sui dolori di Taranto

"Poi c'è una cosa di cui nessuno parla: l'affare Ilva è scomparso dal contratto con la Lega"

Riondino ancora una volta contro i 5 stelle: hanno lucrato sui dolori di Taranto
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12 Aprile 2019 - 16.57


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“Il M5s ha fatto delle promesse ai tarantini, che ha disatteso. Dovrebbero inserire un parametro nella Costituzione: chi promette e non mantiene deve essere passabile per legge. Lucrare sulle speranze di una città che muore giorno dopo giorno è un crimine, è un delitto e il M5s dovrebbe rispondere di queste oscenità. Poi c’è una cosa di cui nessuno parla: l’affare Ilva è scomparso dal contratto con la Lega”.
Michele Riondino, intervistato poche settimane fa dal nostro Stefano Miliani sul dramma di Taranto, torna oggi sull’Huffpost a parlare della sua idignazione nei confronti della propaganda elettorale del M5s nella città pugliese.  
“Il M5s ha messo in atto una vera e propria truffa, ha lucrato sulle speranze dei tarantini che lo hanno votato quasi al 50% alle ultime nazionali: ha fatto delle promesse che ha disatteso. Lucrare sulle speranze di una città che muore giorno dopo giorno è un crimine, è un delitto e il M5s dovrebbe rispondere di queste oscenità”.
È arrabbiatissimo l’attore: “Preferisco non parlare dei miei impegni professionali adesso”, ci tiene a chiarire ad HuffPost quando glielo chiedono. Perché il cuore del discorso è la sua città natale: Taranto, “la città che muore”, come la chiama lui, la città che per la quinta volta consecutiva ospiterà l’altro concertone del Primo Maggio, di cui il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti si è fatto promotore.
“Nasce perché nel 2012, dopo le prime tribolazioni, quando la magistratura ha sequestrato gli impianti inquinanti dell’Ilva e la politica ha cominciato a produrre decreti per permettere a un “assassino” di continuare a perpetrare i suoi crimini, noi come Comitato nel quale confluiscono cittadini, operai, lavoratori in altri settori, studenti e pensionati abbiamo deciso di occupare una giornata simbolo come quella del primo maggio per parlare di problemi che ormai in un’altra piazza simbolo, ben più importante, come quella di San Giovanni, non vengono più nominati”. 
Sulle vecchie politiche a Taranto risponde “Noi ci battiamo perché abbiamo esperienza diretta all’interno dell’azienda e sappiamo che è una fabbrica vecchia e non può essere ambientalizzata come il Pd di Renzi ha cercato di spiegarci quando era al Governo. I tarantini vivono il territorio ogni giorno e sanno che non si può ambientalizzare un oggetto desueto, vecchio: si tratta di impianti che andrebbero smontati e rimontati a norma. Quella è un’azienda che non può esistere nelle condizioni in cui è”.

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