Certo non deve essere facile essere una coppia sia sul set che nella vita, come sa chiunque lavori con il proprio partner.
Ancora più spiacevole se il proprio compagno impersonifica un criminale dalle tinte fosche e i modi aggressivi, e deve trascorrere una buona parte dei ciak ad intimorirti e vessarti.
E’ ciò che è capitato a Penelope Cruz e a Javier Bardem. Lui è Pablo Escobar, il superboss del narcotraffico colombiano, potente e sanguinario.
Lei una giornalista colombiana che entra nel suo mondo, attirata, ne diventa l’amante fino a mettere a rischio la sua vita.
E’ Loving Pablo, di Fernando Leon de Aranoa, fuori concorso a Venezia 74.
“Javier – dice la moglie Penelope – mi spaventava, aveva una energia così brutta, aggressiva, essere così dentro il suo personaggio mi aiutava ma poi a casa mi dava nausea. Dopo 4 settimane di riprese non vedevo l’ora di finire il film, non vedevo Javier ma Pablo e mi spaventava nonostante sapessi che era il trucco”.
Bardem inseguiva da anni il personaggio, “Mi interessava capirne la personalità. Trasformarmi anche fisicamente in lui era importante per vivere il personaggio ma non l’ho mai portato fuori dal set, non era un piacere essere Escobar”.