Autismo, la "danza in un minuto" di Andrea e Giada | Giornale dello Spettacolo
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Autismo, la "danza in un minuto" di Andrea e Giada

Il video, realizzato nell'ambito del progetto "Dance for all" è in gara nel contest "Danza in un minuto". Si può votare fino al 23 marzo

Autismo, la "danza in un minuto" di Andrea e Giada
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20 Marzo 2017 - 11.22


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Due corpi – quello di Andrea Gagliardi e di Giada Petroni – che si esprimono a proprio modo attraverso la danza nell’arco di un minuto: c’è tempo fino al prossimo 23 marzo per votare -esclusivamente online attraverso il sito dell’associazione COORPI – il video che, tra gli altri in gara, li vede protagonisti e partecipare così alla sesta edizione di un contest di videodanza “La danza in un minuto”. Andrea Gagliardi è un ragazzo autistico di vent’anni appartenente all’associazione Dalla Luna, Giada Petroni è una giovane ballerina della Junior Dance Company e una psicologa, terapista specializzata in particolare sulle tematiche dell’autismo. Il video – dal titolo “Ma sì, ma no, ma nì” – che li vede insieme sulla scena, è solo l’ultima espressione di un progetto di interazione e scambio che continua a funzionare, quello tra la passione per la danza, l’arte e il movimento da lato e la disabilità dall’altro, in particolare legata ai disturbi dello spettro autistico. “Lo spunto per questo scambio, per Dance for All, nasce dalla mia collaborazione in Galles con Janet Randeell, coreografa costretta sulla sedia a ruote che fa uso di un programma digitale – spiega Sara Accettura, ballerina professionista direttore artistico della compagnia di danza giovanile di Bari Junior Dance Company, aperta a giovani ballerini tra i 14 e i 18 anni -; Rientrata in Italia l’esperienza si è sviluppata con l’idea di mettere quella coreografia a disposizione di tutti, a prescindere dalle capacità, e coinvolgendo i ragazzi dell’associazione Dalla Luna, che stava prendendo forma”. E’ andato così in scena nel 2013 il primo spettacolo di Dance for All, tra i tanti progetti della Junior Dance Company, fin da subito ben caratterizzato per i suoi obiettivi: essere non uno spettacolo sulla disabilità, ma un vero e proprio spettacolo, una messa in scena con costumi, balletti, coreografie.
“Siamo partiti fin da subito con l’idea della danza come lavoro sul corpo, come scambio a livello umano tra persone anche senza alcuna esperienza di danza – afferma Accettura – Ogni elemento degli spettacoli realizzati ha preso sempre vita attraverso spunti forniti dai ragazzi con disabilità, da loro passioni o interessi, da abilità particolari”. Dal 2013 ad oggi sono state realizzate, sempre a Bari o in zone della provincia, sei edizioni di Dance for All – che vuole appunto essere aperto a chiunque, anche al di fuori dell’associazione Dalla Luna – a cui hanno partecipato ogni volta circa quindici ballerini della Junior Dance Company e dieci persone con disabilità dell’associazione Dalla Luna. Ogni edizione è stata messa in piedi attraverso vari workshop tematici che hanno poi dato vita ad uno spettacolo finale della durata di un’ora con un filo conduttore.

“Il senso di questo progetto è che i ballerini prendono ispirazione dai movimenti delle persone dell’associazione e li trasformano in danza, prendono l’idea per una coreografia o per i costumi – sottolinea Guido D’Angelo, analista comportamentale, psicoterapeuta presso l’associazione Dalla Luna di Bari, attiva dal 2012 accanto a bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico – .Vogliamo passare il messaggio che la bellezza della danza non è dedicata solo a chi è esperto, ma può avvicinarvisi chiunque”. Ogni edizione degli spettacoli è stata preparata attraverso incontri di una volta a settimana, che hanno consentito nel tempo di cementare i rapporto tra i ballerini e i giovani dell’associazione. “In molti casi ai ragazzi con queste problematiche manca soprattutto la possibilità di passare del tempo insieme ai coetanei – aggiunge D’Angelo -. Questa esperienza lo consente, e ha portato ad un’evoluzione delle loro capacità e autonomia, della capacità di aprirsi e di allargare gli interessi, che in questi casi sono molto spesso ristretti”. Non è così scontato, per tutti e in particolare per chi vive determinate difficoltà, trovarsi a stretto contatto con luci, musiche, rumori. “Nella costruzione dei primi spettacoli, infatti – supportati anche grazie ad un contributo minimo da parte dei partecipanti – i giovani dell’associazione Dalla Luna hanno avuto accanto il supporto degli operatori, che nelle ultime edizioni non è stato necessario proprio grazie al maggior grado di autonomia raggiunto. C’è sempre un’idea di fondo per ogni spettacolo – precisa Accettura – ma come si sviluppa viene fuori attraverso i workshop, dall’interazione tra i ragazzi. Si tratta di giocare proprio con gli interessi, anche con le fissazioni, creare qualcosa sempre partendo dalle passioni”.
Il prossimo spettacolo di Dance for All dal titolo “Frammenti”, andrà in scena nel giugno prossimo in occasione di “DiversArte”, in programma presso il Fortino S.Antonio di Bari. Tema centrale sarà proprio il racconto dell’autismo attraverso la danza e la musica. Intanto le votazioni online per il contest “Danza in un minuto” saranno dunque aperte fino al 23 marzo prossimo. E’ stata proprio di Sara Accettura l’idea di partecipare coinvolgendo, non a caso, Andrea Gagliardi e Giada Petroni. “Tra di loro c’è un’intesa particolare – afferma – Andrea è stato il primo ragazzo che Giada ha conosciuto tra i membri dell’associazione, inizialmente non poteva stare solo, non si faceva avvicinare ma poi ha conquistato molta più autonomia. Il video è stato realizzato in una mattina come gioco, incontro spontaneo di mani e corpi”. L’intento è che chi lo guarda non capisca immediatamente che Andrea è un ragazzo con determinate problematiche. Ci tiene a precisare Accettura: “Questo minuto di danza nasce da una selezione dei momenti più riusciti dell’incontro tra i due, mettendo in primo piano il ruolo delle mani, il loro movimento, così importanti nelle loro movenze soprattutto nelle persone con autismo. Un gioco con le mani richiamato anche nel titolo ‘Ma sì, ma no, ma nì”, pensato volutamente con leggerezza, proprio per non mandare il messaggio di qualcosa di troppo serio o troppo pesante. Ma sì, ma no, né bianco né nero”. (sm)

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