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Edith Bruck e il cinema: "La mia grande faticosa vacanza"

Lo ha detto la scrittrice e poetessa Edith Bruck ricevendo una standing ovation ai Nastri d'argento per i documentari.

Edith Bruck e il cinema: "La mia grande faticosa vacanza"
Edith Bruck
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27 Febbraio 2024 - 14.50


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Una bellissima persona «Il cinema? La mia grande faticosa vacanza», dice la scrittrice e poetessa Edith Bruck ricevendo una standing ovation ai Nastri d’argento per i documentari. Cammina a fatica, «sono cinque mesi che non esco di casa, ho due ossicini rotti ma non potevo mancare, volevo a tutti i costi togliermi il pigiama, vestirmi bene e venire a ritirare il premio», dice una delle ultime persone sopravvissute all’Olocausto ancora in vita.

Ha 92 anni e il documentario `Edith´ a lei dedicato da Michele Mally ha vinto il Nastro tra i documentari di Cinema, cultura e spettacoli (insieme a Io, noi e Gaber di Riccardo Milani), un film realizzato da 3D Produzioni in collaborazione con La7 e che il compianto Andrea Purgatori trasmise in una puntata del suo Atlantide. La statuetta «troverà posto accanto a quello che vinse tanti anni fa mio marito grande documentarista Nelo Risi, fratello di Dino».

Bruck dice: «Scriverò fino all’ultimo minuto della mia vita, una vita che è stata interamente condizionata dall’essere una sopravvissuta alla Shoah, fiera di essere una testimone instancabile tra i ragazzi da moltissimi anni».

Ultima di sei figli di una povera famiglia ebraica, nata in un villaggio ungherese ai confini con la Slovacchia, deportata a 13 anni ad Auschwitz e poi in altri campi tedeschi: Kaufering, Landsberg, Dachau, Christianstadt e, infine, Bergen-Belsen, dove verrà liberata, insieme alla sorella, nell’aprile del 1945, l’autrice tra gli altri dell’autobiografico Pane Perduto ha un passato anche di regista e sceneggiatrice. «Ho ancora tanti progetti – conclude -. La lingua ungherese mi fa male ancora oggi, me ne sono liberata scrivendo in italiano»

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