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Fuocoammare di Rosi vince il Festival di Berlino

«Fuocoammare» di Rosi, unico italiano in concorso, conferma i pronostici e vince. Il documentario racconta il flusso dei migranti verso il nostro Paese.

Fuocoammare di Rosi vince il Festival di Berlino
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20 Febbraio 2016 - 17.04


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Fuocoammare, il docufilm di Gianfranco Rosi dopo Il sacro GRA – già premiato a Venezia – si aggiudica l’Orso d’oro al Festvial di Berlino. La giuria capitanata da Meryl Streep ha scelto questo docufilm particolare. Il regista ha impiegato un intero anno per riprendere i flussi migratori verso le coste italiane: a Lampedusa, Rosi ha raccontato la disperazione di famiglie in cerca di un futuro e la difficoltà degli isolani.

Al momento di ritirare il premio ha invitato tutto il suo staff a salire sul palco, perché – dice – questo è un premio anche per i produttori – è un premio per tutti. Il mio pensiero più profondo va a tutti coloro che non sono mai arrivati a Lampedusa, a coloro che sono morti. Dedico questo lavoro ai lampedusani che mi hanno accolto e hanno accolto le persone che arrivavano. È un popolo di pescatori e i pescatori accolgono tutto ciò che arriva dal mare. Questa è una lezione che dobbiamo imparare”. E ha continuato: “Per la prima volta l’Europa sta discutendo seriamente alcune regole da fissare, io non sono contento con ciò che stanno decidendo. Le barriere non hanno mai funzionato, specialmente quelle mentali. Spero che questo film aiuti ad abbattere queste barriere”. Poi saluta con un bacio la figlia Emma, seduta comossa nel pubblico: “Ho passato un anno e mezzo a Lampedusa e l’ho vista solo pochi giorni. Questo la renderà felice per molto tempo”.

Sicuramente era tra i favoriti.
Il documentario su Lampedusa è stato uno dei titoli più applauditi dell’intera manifestazione, subito amato dalla critica internazionale e capace di far discutere. Per Rosi si tratta di un nuovo trionfo dopo il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia del 2013, ottenuto con «Sacro GRA».

Tra i favoriti c’erano anche Thomas Vinterberg con «The Commune» o Lav Diaz con «A Lullaby to the Sorrowful Mystery». Tra gli outsider, il portoghese «Cartas da guerra» e il tunisino «Hedi». Da tenere in considerazione anche «Death in Sarajevo» di Danis Tanovic, uno dei film più intensi dell’intero kermesse.

Di seguito la lista dei vincitori:

Orso d’oro per il miglior cortometraggio: Balada De Um Batráquio di Leonor Teles

Orso d’argento, premio della giuria per il miglior cortometraggio: A Man Returned di Mahdi Fleifel

Premio Audi per il miglior cortometraggio: Jin Zhi Xia Mao di Chiang Wei Liang

Miglior debutto: Inhebbek Hedi di Mohamed Ben Attia

Orso d’argento per il contiributo artistico: Mark Lee Ping-Bing per l’arte cinematografica in Chang Jiang Tu (Crosscurrent) di Yang Chao

Orso d’argento per la miglior sceneggiatura: Tomasz Wasilewski per Zjednoczone stany mi?o?ci (United States of Love)

Orso d’argento per il miglior attore: Majd Mastour per Inhebbek Hedi (Hedi) di Mohamed Ben Attia

Orso d’argento per la migliore attrice: Trine Dyrholm per The Commune

Orso d’argento per il miglior regista: Mia Hansen-Love per Things to Come

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