Gli scatti di Jeff Bridges in mostra a Bologna

All’attore premio Oscar è dedicata la rassegna “Jeff Bridges Photographs: LEBOWSKI and Other BIG Shots”. Dal 3 ottobre al 15 novembre all' ONO di Bologna

Gli scatti di Jeff Bridges in mostra a Bologna
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26 Settembre 2015 - 11.45


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“Jeff Bridges Photographs: LEBOWSKI and Other BIG Shots” è questo il nome della prima mostra monografice europea dedicata al volto noto del cinema Jeff Bridges.Dal 3 ottobre al 15 novembre 2015 l’ONO arte contemporanea di Bologna ospitarà gli scatti della carriera fotografica dell’attore premio Oscar.

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Jeff Bridges è uno dei più versatili e sottovalutati attori di tutta Hollywood. Dipinge, compone, canta e, come può ben dimostrare questa mostra, è un fotografo di alto livello.

Portando con se la sua macchina fotofrafica di set in set ha immortalato attori quali Martin Landau, John Turturro, Cuba Gooding Jr., Philip Seymour Hoffman o Kevin Spacey.

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Bridges proviene da una famiglia da generazioni radicata nel tessuto dell’industria del cinema americano. Il padre Lloyd fu un attore caratterista attivo dagli anni ’40 in oltre 150 film e il fratello Beau è anch’esso
celebre attore e regista.

All’inizio degli anni ’70 Bridges comincia la sua lunga carriera sul grande schermo, ma la fotografia, già sperimentata negli anni del liceo, non viene ripresa fino al 1976. Quando il personaggio che interpreta in un remake di King Kong lo costringe a girare con una macchina fotografica al collo e gli ricorda la sua passione.

Da allora Bridges porta sempre con sé, sui set dei film a cui lavora, una Widelux. Macchina fotografica utilizzata per la posa con un otturatore a scatto ritardato che permette quindi la doppia esposizione, e con una caratteristica pellicola allungata molto simile a quella 70 mm con cui erano girati i film. La scelta di questa macchina è strettamente legata alla concezione che Bridges ha dell’arte: da un lato le caratteristiche della Widelux permettono di catturare il maggior numero di informazioni in un singolo scatto e di narrare contemporaneamente più storie. Risultato: inter-regno tra la fotografia di scena (o di posa) e il film, dall’altro invece, l’assenza di un focus manuale e un obiettivo poco attendibile la rendono una macchina piuttosto arbitraria e poco precisa, ma per questo più “umana” ed onesta.

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