Festival di Locarno, l'anteprima del nuovo doc di Fasulo

Grande attesa per il nuovo documentario del regista italiano, già autore di 'Tir'. 'Genitori' è il racconto di una famiglia con figlio disabile

Festival di Locarno, l'anteprima del nuovo doc di Fasulo
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10 Agosto 2015 - 12.29


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Raccontare bene è cosa difficile. Soprattutto per un documentarista. E soprattutto se il tema è delicato e difficile come quello della disabilità. Con il pietismo ad un passo dalla narrazione.

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Alberto Fasulo presenta oggi, alla 68ma edizione del Festival di Locarno, in prima mondiale nella sezione “fuori concorso”, il film documentario “Genitori”.

La pellicola affronta il tema della famiglia alle prese con la disabilità dei propri figli.

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“Intendo raccontare il mondo della disabilità senza pietismo ma piuttosto con eroismo” spiega il regista già autore del grande successo al Festival di Roma 2013, con il Marc’Aurelio d’Oro, per il documentario TIR.

Nel nuovo film doc, infatti, Fasulo racconta l’esperienza quotidianamente eccezionale di una famiglia con un figlio disabile: negli ultimi sedici anni un gruppo di genitori composto da 12 madri e 2 padri, si sono incontrati ogni quindici giorni per parlare della loro vita quotidiana e per trovare soluzioni al miglioramento della vita dei loro figli.

“Questi genitori, – continua Fasulo – nell’arco degli anni in cui li ho frequentati e filmati, mi stanno dando più una visione di tenacia eroica che di compassione pessimistica. Questo gruppo, che credo rappresenti bene uno spaccato del valore del confronto anche se doloroso e rischioso per la propria persona, va raccontato in presa diretta attraverso un documentario semplice e diretto”.
Questo gruppo di genitori, attorno al cerchio delle loro testimonianze si è cementificato, è diventato una sorta di famiglia, una micro-comunità con suoi equilibri. Dove paure, gioie e genitorialità sono state condivise insieme alla voglia di vedere i loro figli star bene, come tutti gli altri figli di questo mondo.

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Con “Genitori”, il regista friulano intende “contribuire a quell’idea che il cinema possa anche essere considerato di formazione permanente, cioè un mezzo per arrivare, per entrare nelle case dove si vive il disagio della propria condizione umana e comunicare che l’incontro con i propri simili può essere una possibilità per esorcizzare e alleviare il peso della propria condizione quotidiana”.

Prodotto da Nadia Trevisan, il film ha la firma della produzione Nefertiti Film con Rai Cinema. Sarà distribuito in sala questo autunno da Istituto Luce-Cinecittà.

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