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Nuove generazioni e attualità alla chiusura del RomAfrica Film Festival

Si è conclusa l'11 luglio, la prima edizione del RomAfrica Film Festival, l'evento cinematografico rivelazione dell'estate romana 2015.

Nuove generazioni e attualità alla chiusura del RomAfrica Film Festival
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12 Luglio 2015 - 20.05


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di Laura Pace

Si è conclusa ieri, 11 luglio, la prima edizione del RomAfrica Film Festival, l’evento cinematografico rivelazione dell’estate romana 2015. L’accoglienza e la partecipazione entusiasta del progetto da parte della capitale ha già dato il via alla preparazione dell’edizione 2016.

Per l’ultima giornata, il Festival si è destreggiato su due fronti particolarmente attuali riguardanti l’Africa e la sua popolazione. Le prime proiezioni sono state frutto di riflessioni giovanili sulla new generation africana, nello specifico quella che rappresenta le proprie origini e la propria cultura in Italia. Amin Nour e i Black Italians hanno regalato al pubblico due corti, Babylon Fast Food e geNEWration, e una rassegna musicale di Videoclip, definita Progetto 2G sulle tematiche di integrazione e accettazione degli africani dal nord al sud dell’Italia.

È divenuta fondamentale per la riuscita del Festival la cronaca di situazioni e condizioni presenti in alcune aree del continente africano, delle quali siamo in parte a conoscenza tramite i nostri mezzi di comunicazione. È il caso della Mauritania, una delle zone più colpite da gruppi di fondamentalisti religiosi jihadisti, gruppi che privano le popolazioni dei villaggi locali della libertà di espressione e divertimento.

Il lungometraggio Timbuktù, famoso in tutto il mondo per la sua candidatura agli Oscar del Festival di Cannes come miglior film straniero, ha avuto l’intento di narrare come i cittadini e le famiglie del posto riescano ad interfacciarsi nel quotidiano con un’atmosfera di terrore e proibizione quale quella instaurata all’interno della città.

Importante la partecipazione dell’Ambasciatore dell’Uganda, Grace Akello, salita sul palco durante i ringraziamenti di chiusura del Festival. L’Ambasciatore ha commosso la platea con le sue parole di ringraziamento nei confronti dell’Italia.
“Ringrazio la popolazione e il governo italiano – ha detto la Akello – per il modo in cui accolgono le persone che disperate approdano sulle coste di Lampedusa in cerca di un futuro migliore in Europa. Sono circa due anni che lavoro come Ambasciatore in Italia e ho sempre percepito da parte del governo una grande volontà di collaborazione e molta simpatia nei confronti del nostro Paese.”

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