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Il cinema sardo va alla guerra, ma con le armi spuntate

Rete cinema Sardegna ha dato inizio alla “Mobilitazione permanente” di tutti gli operatori contro i tagli al settore. di Carlo Poddighe

Il cinema sardo va alla guerra, ma con le armi spuntate
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7 Gennaio 2015 - 20.05


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di Carlo Poddighe

Il cinema sardo va alla guerra. Moviementu – Rete cinema Sardegna ha dato inizio alla “Mobilitazione permanente” di tutti gli operatori del settore. E come ogni guerra che si rispetti c’è una ragione che unisce le forze, un quartier generale dove ritrovarsi, un nemico dichiarato e una strategia d’azione.

Il casus belli sono gli ormai certi tagli al cinema voluti dalla Regione Sardegna con l’ultimo assestamento di bilancio. Dei quasi tre milioni promessi a inizio 2014, dopo varie sforbiciate non è arrivato ancora un euro alle produzioni isolane.

La sede. La Mediateca del Mediterraneo (Mem), dove oggi l’iniziativa è stata presentata alla stampa, sarà il quartier generale che ospiterà riunioni e, appunto un tavolo di confronto aperto a tutte le forze del settore. “Basta guerre interne, basta muoversi separati” è stato l’appello di Antonia Iaccarino. “La nostra non sarà una polemica sterile, né di parte. Saremo aperti a tutti, perché la gente deve sapere”.

I nemici. L’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino, è il primo nemico individuato dagli operatori del settore. “Troppe le promesse non mantenute, troppi i soldi persi e poca la trasparenza nei bandi”, è stata l’accusa di Luca Melis, vicepresidente di Moviementu. Inutile e praticamente irricevibile la proposta arrivata dalla Firino di pagare in questa Finanziaria i contributi per attività svolte nel 2014, perché già rendicontantate. “Non chiediamo assistenzialismo – ha spiegato Melis – ma programmazione. Servono regole e fondi certi, è assurdo che una Giunta di economisti non lo capisca”, ha aggiunto.

L’altro nemico, individuato dai promotori della Mobilitazione permanente è la Fondazione Sardegna Film Commission. “Un silenzio assordante proviene dal Sfc sui tagli operati al settore – ha rilevato Marco Benoni, socio di Moviementu – tace soprattutto il suo presidente Grimaldi. Troppe sono le perplessità sull’operato della Fondazione e per questo vogliamo vederci chiaro sulle nomine per il nuovo Cda, perché serve discontinuità col passato.

La strategia. Quale sarà allora la strategia d’azione contro il muro di gomma rappresentato dalla Regione e dalle sue propaggini? Ecco che qui la Mobilitazione permanente mostra alcuni limiti organizzativi. “Daremo vita noi al tavolo generale sul cinema in Sardegna che la Firino ha promesso di costituire lo scorso novembre, ma che non è mai stato realizzato”, ha detto la Iaccarino. Altre iniziative le presenteremo più avanti, dopo il confronto tra gli operatori”. Nessun azione eclatante, dunque. Nessuna richiesta di dimissioni rivolta ad un assessore che ha più volte dimostrato i propri limiti gestionali dell’ente e di peso politico all’interno della Giunta Pigliaru. “Alla Firino riconosciamo la buona fede, non ci spieghiamo i tanti suoi impegni disattesi e le promesse non mantenute, siamo interdetti noi per primi”, hanno invece rilevato i presenti alla conferenza stampa.

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