Christopher Nolan: lo Spielberg del Ventunesimo Secolo

'Interstellar' è un capolavoro che fonde le suggestioni emorive del cinema di Steven Spielberg e la visionarietà di Stanley Kubrick [Marco Spagnoli]

Christopher Nolan: lo Spielberg del Ventunesimo Secolo
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5 Novembre 2014 - 09.02


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di Marco Spagnoli
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@marco_spagnoli

Esiste una generazione di registi quarantenni che sta cambiando il cinema, per la maggior parte nati lo stesso anno: 1970. In quell'”ottima annata” sono venuti al mondo Paolo Sorrentino, M.Night Shyamalan, Paul Thomas Anderson, il regista de I Guardiani della Galassia, James Gunn, Nicolas Winding Refn, il documentarista Morgan Spurlock solo per citarne alcuni….

Il loro lavoro risente fortemente e inevitabilmente della cultura in cui sono nati e delle suggestioni e fascinazioni cinematografiche dell’epoca in cui sono diventati adulti e hanno visto formare il loro gusto.

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Tra loro ci sono alcuni tra gli autori di cui il cinema contemporaneo sente più l’influenza e le aspirazioni. “Prodotti” di un’era televisiva in cui il mondo iniziava a diventare un villaggio globale.

Volenti o nolenti il regista più influente per quella generazione tra gli anni Settanta e Ottanta, è stato Steven Spielberg che, a sua volta, si è portato dietro la forza immaginifica di un autore fuori dagli schemi: Stanley Kubrick.

Soprattutto per quello che riguarda un genere come la fantascienza che, è bene ricordarlo, non celebra solo avventure siderali, ma che parla, attraverso metafore fantastiche, soprattutto, del nostro ‘essere umani’.

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Nelle sale arriva un film evidentemente figlio di queste suggestioni che attraverso una chiave tanto originale, quanto inconsapevole si porta appresso le idee le istanze del cinema di entrambi i registi americani: Interstellar, il primo capolavoro della fine di questo 2014 non particolarmente generoso sul piano cinematografico è l’opera più ambiziosa e importante del suo autore Christopher Nolan, fino a qui filmaker in grado di dare vita ad una serie di film “perfetti” o quasi: da Inception alla trilogia (questa non sempre riuscita) del Cavaliere Oscuro, da Memento a Insomnia, fino ad arrivare a The Prestige. Nolan, dal 1998 a oggi, ha firmato una serie di film impeccabili, in grado di dare vita a storie originali e travolgenti.

Lo stesso accade con Interstellar, riflessione sul tempo oltreché sullo spazio come Inception: un film importante, perché oltre proporre una fantascienza immaginifica e intelligente, esplora un cinema in cui l’ansia metafisica ed esistenzialista, gioca con le suggestioni di una cultura identitaria che riflette su temi che fondano l’uomo moderno come l’essere padre e il proprio ruolo all’interno di un contesto storico e familiare.

Nolan ha sempre fatto un cinema “politico” nel senso europeo del termine. Inserire in un blockbuster temi come quello del sovraffollamento, delle scelte dei governi sull’educazione, dell’insegnare la rassegnazione e non la speranza rende Interstellar un degno eredeo di quel cinema degli anni Settanta in cui, attraverso il genere, si insegnava al pubblico a dubitare di quello che la politica, spesso, tendeva a raccontare o, peggio ancora, ad imporre.

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In questo senso è interessante quanto ha raccontato recentemente a Roma, Matthew McCounaghey a proposito del lavoro con Nolan. Quando si sono incontrati per la prima volta per parlare del film il regista inglese ha parlato con McCounaghey di che cosa significa essere padri ed essere uomini senza quasi mai citare la sceneggiatura.

Domande cui nemmeno Interstellar dà risposte, sebbene offra al pubblico l’ipotesi di una scelta senza compromessi per fare ciò che è giusto anche se non importa quanto possa far soffrire.

In questo senso, oltre le riflessioni filosofische kubrickiane, il film obbliga lo spettatore a trovarsi di fronte alla stessa scelta dell’astronauta Cooper: salvare il mondo e la propria famiglia, rischiando di non vedere più entrambi in una missione disperata al di fuori del sistema solare per trovare un altro pianeta dove andare a vivere. Una situazione dolorosa, mitigata dalla consapevolezza di avere abbracciato la propria natura di ‘pilota’ ed ‘esploratore’.

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Un film dall’ansia “cosmica”, che in più porta il pubblico verso un’altra dimensione, riflettendo sulle forze che scuotono l’universo e, inevitabilmente, a porci nuove domande dinanzi all’esistenza e alla vita.

Famiglia ed eternità, spazio profondo e terreno coltivato, cibo e silenzio assoluto, paradossi della relatività e regole nuove in cui plasmare il proprio cinema sono i punti di forza di un regista che riesce a realizzare un film politicamente rilevante e importante di per sé, nella cornice di u racconto di grande intrattenimento.

Come ha (quasi) sempre fatto, Steven Spielberg nel suo lavoro inserendo riflessioni intelligenti e importanti.

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In questo senso Christopher Nolan è lo ‘Steven Spielberg del XXI secolo’, per la sua capacità di costruire storie immense, che sfidano il tempo e lo spazio e richiedono al pubblico la comprensione di regole nuove (un’eco anche della cultura dei videgiochi) e di filmarle come se fossero un film d’autore e non una mega produzione.

“Matthew scrive le sue storie, ma chiede agli attori di portare di qualcosa di sé ai personaggi ed è sempre pronto al cambiamento.” conclude McCounaghey “Il suo approccio è quello di un cineasta che sta facendo un piccolo film intimo e non di un grande set…la sua qualità migliore è che ti sta sempre ad ascoltare…”

Christopher Nolan è, dunque, un artista da cui dobbiamo attenderci un’altra serie di capolavori, il cui approccio è quello di dare vita ad un cinema originale che porti alle massime conseguenze la lezione dei grandi maestri con cui è cresciuto.

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Un cineasta che, come gli altri della sua generazione, che include anche i nomi di Matteo Garrone, Gabriele Muccino. Wes Anderson, Zack Snyder solo per citarne alcuni, sta cambiando il cinema per come l’abbiamo conosciuto fino adesso, facendo tesoro del passato, ma proprio come l’astronauta Cooper interpretato da McCounaghey, staccandosi da Terra verso un orizzonte al momento ancora ignoto, ma non per questo non pieno di speranza.


[i]Interstellar [/i]esce giovedì 6 novembre in tutta Italia in 600 sale.
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