La stima dell’incasso di un film in uscita è per produttori e distributori di cinema il Sacro Graal. È la motrice di ogni decisione.
Per ogni film che hanno in catalogo devono decidere in che modo lanciarlo, in che data farlo uscire e soprattutto quanti soldi vale la pena investirci in comunicazione e marketing. Decisioni affidate all’esperienza, alla “pancia” e a strumenti di misurazione tipici delle ricerche di mercato.
Tra questi da poco tempo se ne sta affermando uno chiamato analisi del Web Sentiment e consente di analizzare grandi masse di informazioni per dare risposte concrete e più attendibili a queste domande.
Tutto questo in un momento storico in cui l’industria cinematografica di Hollywood crede sempre meno al tradizionale metodo di rilevamento (cosiddetto Tracking) che fino a ieri era la sola certezza sulla quale costruire stime e valutazioni.
Ma in cosa consiste questa analisi Web Sentiment? Ne abbiamo già sentito parlare in tema di elezioni: Grillini e Renziani ci hanno fatto una gran testa andando a cercare sul web indizi e numeri per raccontarci che gli elettori stavano schierandosi di volta in volta da una parte o dall’altra. Cosa peraltro confermata dai numeri poi ottenuti in sede di voto sia ai tempi dell’esplosione del Movimento 5 stelle che dopo con la vittoria di Renzi.
Attenzione comunque ad un aspetto banale ma sempre vero. Come tutti i dati di una ricerca o di una analisi esiste sempre il principio della manipolabilità. Ma quello attiene all’onestà intellettuale del commitente e di chi fa l’analisi non alla bontà dell’analisi.
Ed è un sistema che programmi televisivi importanti come X Factor o Italy’s Got Talent affiancano alle rilevazioni dell’Auditel.
In realtà è abbastanza semplice definire la Web Sentiment Analysis: si tratta di un’indagine sulla Rete e in particolare sui Social Networks, per scovare i commenti delle persone su un prodotto, un marchio o un servizio, un personaggio politico, un film in uscita, un programma televisivo o qualunque altra cosa sia commentata nel mondo di internet.
Perchè sul Web ci sono molte più informazioni di quante non si creda: ci sono commenti, post, tweets, lamentele, esaltazioni pressoché su tutto abbia una qualche rilevanza pubblica o sociale.
E tutti questi pareri, tutto questo Sentiment per l’appunto, comune o meno, è aggregabile in dati, numeri, valutazioni che, se correttamente elaborati, possono a loro volta trasformarsi in informazioni utilissime per le aziende.
Il presupposto per una buona e utile analisi di Sentiment è solo che ci siano un buon numero di feed da analizzare rispetto al tema che stiamo indagando. Ma cosa è un feed? È uno spunto, una qualunque cosa detta da un qualunque navigatore su un determinato tema e a sua volta magari commentato e ricommentato da qualcun’altro.
Immaginate quanti commenti si possono trovare in Rete a proposito di uno smartphone, di una banca o di un’assicurazione. Eppure ancora pochissime Aziende, utilizzano sistematicamente questo tipo di analisi per capire che rotta prendere.
Ma poi con tutti questi dati che ci si fa? Si aggregano e si analizzano grazie ad algoritmi e analisti e che sono in grado di produrre poi dei report di questi dati con conseguenti indicazioni e suggerimenti che ogni Direttore Marketing o Commerciale vorrebbe avere costantemente sulla propria scrivania. Anzi sul proprio Desktop.
I Distributori cinematografici, sono stati tra i primi a capirne le potenzialità e l’analisi del Sentiment dei film in uscita sta diventando via via un caposaldo nelle valutazioni che si fanno prima di lanciarli sul mercato, con modalità dipendenti dalla predizione delle possibilità di incasso.
E tutto questo ha anche cambiato in parte il modello distributivo tradizionale. Oggi grazie (o per colpa) dei Social Network l’impatto di un buon film o di un pessimo film sul passaparola è divenuto immediato. In passato ci voleva almeno una settimana affinché i commenti positivi o negativi su un film rilevassero sui risultati al botteghino. Oggi, dopo il primo spettacolo, anzi durante il primo spettacolo, inizia il ballo dei commenti sui Social Network.
“Questo film non si può vedere” oppure “è un capolavoro, la cosa più bella che ho visto negli ultimi sei mesi…” sono commenti che possono cambiare in un senso o in un altro le sorti di una Distribuzione Cinematografica.
Il nuovo modello distributivo quindi cosa richiede? Richiede un seeding anticipato rispetto al passato ossia una semina, nel web, di contenuti di un film che avvenga con un anticipo maggiore rispetto al timing tradizionale.
Prima si mettono on line notizie, foto, clip video, materiali del film e prima si riesce ad elaborare un’analisi di sentiment che giunga in tempo congruo a modificare una strategia ed un investimento di marketing.
In sostanza ciò che si dice in Rete è puro e semplice e potente passaparola.
E il passaparola resta la base sempre e comunque e ovunque della buona o cattiva comunicazione.
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