Osvaldo De Santis: Venezia non è così triste

Osvaldo De Santis, presidente e ad di 20th Century Fox Italia, commenta i premi della Mostra del Cinema: se Birdman avesse vinto avrei fatto un sorriso in più.

Osvaldo De Santis: Venezia non è così triste
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10 Settembre 2014 - 14.57


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di Piero Cinelli

Osvaldo De Santis, presidente e amministratore delegato di 20th Century Fox Italia, la società che distribuirà in Italia “Birdman” di Alejandro G. Iñarritu, ha commentato la 71esima Mostra del Cinema di Venezia: “La partecipazione non è stata vissuta con l’ansia di vincere un premio, ma di portare il film in una delle principali vetrine internazionali. Quindi è stata una bellissima occasione per incontrare la stampa internazionale”.

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All’indomani della Mostra cinematografica e del palmarès che ha escluso il vostro film “Birdman” di Inarritu come giudica l’esperienza veneziana?

Condivido il ragionamento di Alberto Barbera che afferma che i premi possono aiutare qualcuno e non aggiungere nulla a qualcun altro. E non c’è dubbio che un premio non avrebbe cambiato granché ad un film come “Birdman” prodotto da una major e diretto da un grande regista come Inarritu e con un cast di quella importanza.

Comunque non è strano che negli ultimi venti anni solo due film americani abbiano vinto il Leone d’Oro?

I film non devono avere una bandiera, un film piace o non piace, è bello o brutto. Ad esempio a mio parere “Gli equilibristi” è uno dei più bei film italiani degli ultimi anni, ed io sono uno dei pochi che hanno avuto la fortuna di averlo visto. A Venezia poi si evidenzia più che in altri posti la profonda differenza tra la cultura americana e quella europea. Lo spirito di un festival è di offrire un panorama più ampio e qualitativamente più rilevante possibile, ed è per questo che il Festival finisce per somigliare al suo curatore, a chi fa le scelte, anche se è lecito chiedersi se Barbera abbia veramente selezionato i film migliori in circolazione. Poi sui Premi decide la Giuria. Ma credo sia sbagliato dare ad un festival un carattere troppo competitivo. Non è importante competere, quanto raggiungere gli obiettivi prefissati. Dopodiché se uno è arrivato primo o secondo conta molto poco.

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Tornerebbe in concorso a Venezia con un altro film?

Saremmo andati comunque a Venezia anche se il film fosse andato fuori concorso. Abbiamo fatto un ottimo lavoro con un’accoglienza eccellente e pressoché unanime da parte della critica internazionale. Ed una copertura mediatica che non hanno avuto gli altri film, anche quelli che sono stati premiati. Alla fin fine chi ha vinto? Pertanto tornerei a Venezia, laddove fossi invitato.

Ma insomma nemmeno un rimpianto per essere rimasti a bocca asciutta?

Certamente se “Birdman” avesse vinto avrei fatto un sorriso in più.

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