Perseguire l’obiettivo di una politica di rilancio degli investimenti e dell’innovazione tecnologica; potenziare gli strumenti di conoscenza del pubblico e le attività di comunicazione; mirare alla costituzione di reti di imprese per migliorare la visibilità e la redditività della sala con azioni congiunte. Sono questi alcuni degli obiettivi che le sale cinematografiche si prefiggono, nonostante le difficoltà del momento e le precarietà di bilancio delle imprese. Se ne è parlato nel seminario “Economia e sviluppo della sala cinematografica” organizzato dall’Anec, associazione nazionale esercenti cinema, presieduta da Lionello Cerri, svoltosi a Sarteano nell’Abbazia di Spineto, dall’8 al 10 aprile.
Obiettivo del seminario era quello di fotografare la situazione e tracciare le aspettative e gli obiettivi strategici di rilancio dell’esercizio cinematografico inteso come impresa economica, punto di diffusione culturale e polo di aggregazione sociale. Nel corso dell’incontro sono stati presentati i risultati di analisi campionarie fatte sui bilanci delle imprese dell’esercizio che hanno evidenziato come per il pareggio o la redditività della sala siano essenziali gli interventi pubblici. Questi dati confermano che, oltre all’impegno delle imprese, per il futuro dell’esercizio sono necessari interventi a livello istituzionale, tra i quali, secondo l’Anec, la trasformazione dei contributi derivanti dalla quota Cinema del FUS in crediti di imposta con una ridefinizione qualitativa e selettiva degli interventi; il recupero del taglio del 15% sui crediti di imposta alla programmazione; azioni volte a ridurre l’eccessiva imposizione fiscale sia a livello nazionale che locale; revisione del sistema di incentivi a favore del cinema d’essai.
Per Nicola Borrelli, direttore generale Cinema del Mibact, intervenuto al seminario, le richieste dell’Anec sono condivisibili e praticabili dal punto di vista dell’entità di risorse da mettere in campo. Borrelli ha anche evidenziato la necessità di inserire i problemi in un contesto più ampio che tenga conto anche delle revisione del Titolo V, che ridefinirà le competenze tra Stato e Regioni, e di tutta la filiera cinema nel suo complesso.
A sottolineare il ruolo svolto dalla sala dal punto di vista della diffusione culturale e come polo di aggregazione sociale sono stati molti degli intervenuti al seminario come Alberto Versace del Dipartimento per le politiche di Sviluppo, Stefania Ippoliti, presidente Italian Film Commission e della Mediateca Regionale Toscana e Vincenzo Santoro, responsabile ufficio Cultura dell’Anci, che ha sottolineato la contraddizione che vede le sale bloccate nel cambio di destinazione d’uso perché riconosciute come beni culturali, valore non altrettanto considerato dal punto di vista fiscale. Santoro ha inoltre ricordato il recente incontro dell’Agis con il presidente dell’Anci, Piero Fassino, nel corso del quale si è deciso di aprire un tavolo per trovare soluzioni ai problemi legati alla fiscalità e in particolare ai tributi locali che gravano sui luoghi di spettacolo. Per Alessandra Untolini, dipartimento Cultura e Informazione del Pd, occorre una tessitura tra i ministeri dei Beni Culturali, delle Finanze, dello Sviluppo Economico e le Regioni per intervenire e coordinarsi sulle risorse destinate al cinema, il cui meccanismo andrebbe rivisto sostenendo i film non soltanto nella fase della produzione, ma fino all’uscita in sala.
Nel dibattito l’Anec ha peraltro individuato azioni da perseguire al servizio degli associati: promuovere il recupero e la valorizzazione delle sale dei centri storici; promuovere la sala come polo d’attrazione multidisciplinare; svolgere un’azione congiunta tra le associazioni e le regioni per il coinvolgimento delle imprese nei bandi; potenziare la conoscenza dei fondi strutturali europei e delle politiche comunitarie; contribuire a rafforzare il mercato sala con una destagionalizzazione e un potenziamento delle attività promozionali; fornire strumenti alle imprese per migliorare le attività di comunicazione; favorire la creazione di reti di imprese e l’affermazione della figura del promotore culturale a livello territoriale; svolgere attività di formazione professionale; sensibilizzare il pubblico sulla fruizione legale delle opere; potenziare iniziative con le scuole.
Convinto della centralità della sala si è detto Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica, che ha affermato di essere a fianco dell’Anec nelle richieste e negli obiettivi che si è prefissata. Tozzi ha inoltre rilevato che la domanda audiovisiva potenziale in Italia è molto alta, come testimonia la forte pirateria, ma per intercettarla servono più sale, in particolare nelle grandi città dove mancano i cityplex.
Nel concludere il seminario, Lionello Cerri, ha sottolineato che le imprese dell’esercizio in questo periodo sono provate da una gestione faticosa, come confermato dall’analisi dei bilanci, ma che sono comunque convinte che ci sia un futuro su cui investire. Per farlo, secondo Cerri, si deve essere uniti: esercenti insieme ai produttori e ai distributori, ma soprattutto con l’apporto delle istituzioni pubbliche. Il presidente dell’Anec ha inoltre affermato che si potrebbero costituire delle reti di impresa non solo tra esercenti, ma insieme a produttori e distributori volte ad aprire nuove sale.
Nel corso della tre giorni hanno partecipato per il Mibact anche Mariella Troccoli e Bruno Zambardino che hanno fatto un’analisi dell’intervento dello Stato per l’esercizio e del ruolo della sala dal punto di vista economico-sociale intervenendo nella sessione su “La sala cinema & il territorio” insieme ad Alessandro Castagnaro, professore dell’Università Federico II, che ha trattato il tema dei cinema dei centri storici tra tutela, dismissioni e riconversioni. Nella stessa sessione è intervenuto anche Paolo Orneli, capo segreteria assessore attività produttive Regione Lazio, che ha parlato in particolare delle reti di impresa. Nella sessione sulla comunicazione e la promozione sono intervenuti Dino Amenduni, dell’agenzia Proforma, che, in particolare, ha spiegato come impiegare correttamente i social media nella promozione della sala, e Marco Piccoli, della società di comunicazione Mp Quadro, che ha presentato un progetto di una particolare App realizzata con la Fice delle Tre Venezie. Relatore della sessione sull’economia della sala, Fabio Severino dell’Università La Sapienza, Economia della Cultura. Nell’ultima parte del seminario, sulle strategie di sviluppo e programmazione, sono intervenuti, tra gli altri, Rosanna Romano, capo dipartimento Cultura della Regione Campania, Anna Vita Perrone, dirigente ufficio attività culturali della Regione Puglia, e Pietro Di Miceli, dirigente Sicilia Film Commission. Nel corso delle sessioni numerosi gli esercenti intervenuti per condividere esperienze e trattare temi specifici.
Dati e relazioni presentati nel corso del seminario sono disponibili sul sito www.anecweb.it